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Affari Europei
M5S, Di Maio segna la svolta atlantista tra equilibrismi e marce indietro
Il candidato premier Luigi Di Maio

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio é sbarcato negli Usa per una serie di incontri in veste di candidato premier del Movimento 5 Stelle. Il parlamentare pentastellato ha voluto subito mettere le cose in chiaro circa la politica estera del M5S: non siamo amici della Russia, ma degli Stati Uniti.

Cambio di posizionamento internazionale per il M5S

Insomma, Luigi Di Maio ha voluto correggere il tiro ridefinendo la linea politica di un Movimento che fin dalle origini é stato disallineato al potente alleato statunitense e vicino a Mosca. E invece no, Di Maio ha tenuto a sottolineare che il primo viaggio fuori dai confini italiani da quando é stato eletto candidato premier é stato proprio negli Usa, considerato il miglior alleato dell'Italia fuori dall'Europa. Notizie accolte con un certo sconcerto dalla base che ha spesse volte espresso posizioni anti-Nato, anti-capitaliste e anti-Israele.

Il Movimento ridefinisce la sua posizione internazionale

Il riposizionamento di Di Maio tuttavia non é casuale, ma studiato a tavolino e risponde ad una precisa logica. Per poter aspirare a diventare premier il Movimento ha bisogno dell'appoggio dei moderati del Paese e questo non puó avvenire se la politica del Movimento ripudia Washington per Mosca. Ergo, serve una ridefinizione, un passaggio da partito di opposizione, che si puó permettere di attaccare gli alleati storici dell'Italia, ad uno di governo, che deve scegliersi bene gli amici sullo scacchiere internazionale.

Inversione a U per Luigi Di Maio

Non mancano peró gli equilibrismi. Washington ha subito posto il tema della Nato, uno dei cardini della strategia americana in Europa, anche se con Trump ha inizialmente perso di smalto. E qui il M5S dovrà decidere cosa fare: sostenere l'Alleanza Atlantica tante volte vituperata o attaccarla? C'é poi il tema della Russia: Di Maio vorrebbe eliminare le sanzioni e riprendere le relazioni commerciali con Mosca, mentre negli Usa, complice anche il RussiaGate, nessuno pensa ad una distensione con l'Orso Bianco.

Anche il Venezuela sul tavolo di discussione

Ma i temi di scontro sono molti, come il Venezuela, che qualcuno nel Movimento 5 Stelle loda per la sua lotta anti-capitalista e che invece per Washington é uno Stato fallito governato da una cricca di vetero-comunisti corrotti. A dicembre al Parlamento europeo verrà consegnato il Premio Sakharov proprio ai dissidenti venezuelani, sarà interessante leggere i commenti degli eurodeputati pentastellati.

Con Trump qualche punto di contatto in piú rispetto ad Obama

D'altronde il cambio di rotta é stato possibile anche grazie all'elezione di Donald Trump che ha molti più punti di contatto con il Movimento 5 Stelle di quanti non ne avesse Obama. Qualche esempio? Il presidente Usa ha deciso di dire addio al Ttip, il Trattato di libero scambio Usa-Ue, cosa che ha fatto molto felici i pentastellati. Oppure l'approccio alla Cina e al commercio internazionale: meno globalizzazione, piú protezionismo.

Si riscrive la memoria del Movimento

Una cosa é certa, tutto il partito si sta adoperando per il cambio di rotta. E La Stampa segnala che lo staff del candidato premier ha iniziato ad eliminare post e dichiarazioni delle nomenklatura grillina contro Washington e a favore di Putin.

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