Lavoro, disoccupazione, pensioni, Ue, sicurezza: le 5 riforme di Macron
Dopo le dimissioni della Goulard e il rimpasto Macron è pronto a dare il via al suo governo. Ecco i 5 nodi su cui si misurerà il suo mandato
Macron accetta dimissioni della ministra della Difesa
Emmanuel Macron "ha accettato" le dimissioni della ministra della Difesa Sylvie Goulard, che ha detto di volere essere in posizione di rispondere "liberamente" all'inchiesta sugli impieghi fittizi che coinvolge il suo partito, MoDem. La decisione di Goulard arriva alla vigilia della presentazione della nuova squadra di governo, della cui formazione è stato incaricato Edouard Philippe (che ieri si è formalmente dimesso e ha ottenuto immediato reincarico). E' previsto un rimpasto di dimensioni limitate, con la possibilità dell'ingresso nella squadra governativa di altre figure della destra dei Republicains.
Dopo le amministrative comincia davvero il governo Macron
Adesso il governo Macron è davvero pronto a cominciare. Dopo la vittoria alle presienziali è arrivata quella alle elezioni amministrative dello scorso fine settimana e il neo presidente è pronto a svelare il suo piano di governo senza più il peso delle urne da affrontare. Macron dovrà fare in fretta e fare bene subito dopo il rimpasto, che sarà più politico del previsto, per allontanare immediatamente le ombre sui suoi ministri e iniziare con il piede giusto la sua prima legislatura.
Le cinque riforme di Macron: il nodo del lavoro
Il neo presidente ha in cantiere 5 riforme. Sarà su queste che si misurerà il valore o meno del suo governo. La prima è la riforma del lavoro. SI tratta dell'impresa più difficile per Macron. La revisione del rigido codice del lavoro francese è sicuramente l'argomento più esplosivo per il presidente e il paese. Tutti coloro che ci hanno provato in passato sono stati respinti, come per esempio Hollande. Per evitare un destino simile, la squadra di Macron sta procedendo metodicamente incontrando ripetutamente i sindacati in modo che si sentano inclusi; I deputati inizieranno a "dibattere" la legge all'inizio di luglio. L'obiettivo è arrivare al punto entro il 20 settembre ma non sarà semplice. Ma le possibili proteste sull'argomento potrebbero rappresentare una spina nel fianco per l'esecutivo.
Disoccupazione e pensioni
Altri due argomenti spinosi sono certamente quelli legati a disoccupazione e pensioni. I piani di Macron prevedono un ripensamento quasi totale. Vuole che lo Stato si riappropri del controllo di un sistema di prestazioni attualmente co-gestito, con orribile inefficienza, da sindacati e rappresentanti di imprese. Il sistema è di 33,6 miliardi di euro di debiti, che pesa molto sul carico del debito dello Stato. Macron vuole aprire il sistema, attualmente accessibile solo ai dipendenti, a tutte le categorie di lavoratori. Per quanto riguarda le pensioni, Macron vuole ridurre gli oneri sociali che attualmente portano i costi francesi del lavoro a essere tra i più alti in Europa tagliando i contributi per la salute e le indennità di disoccupazione. Per compensare tali costi, egli vuole aumentare una tassa conosciuta come CSG (Contributo Generale Sociale) su tutti i redditi da lavoro e di pensione, ma soprattutto sui pensionati più ricchi.
Riforma dell'Ue e stato di emergenza
A breve Macron inviterà la Germania a tenere "consultazioni" sul futuro dell'Unione europea, un'offerta volta a ricercare un sostegno più ampio per il resto del processo, che è solo leggermente definito. Angela Merkel ha elogiato a Berlino la "tabella di marcia per lo sviluppo dell'eurozona concordata con Emmanuel Macron". "Si puo' immaginare una specie di governo economico, che prenda le best practices", anche per creare lavoro in alcuni paesi e imparare da altri, ha spiegato. Per la Merkel, si puo' "certamente pensare a un ministro delle finanze comune, se le condizioni generali sono adeguate" e anche "a un budget per l'eurozona, se si rafforzano strutture e si fanno cose ragionevoli". Sul fronte interno, invece, il nuovo presidente francese si sta muovendo velocemente per rafforzare le leggi contro il terrorismo. Una delle sue prime misure al potere è stata quella di prolungare uno stato di emergenza che è in atto da quasi due anni. Ora vuole andare oltre, portando lo stato di emergenza nella legge regolare.