Macron, l'inglorioso declino del nuovo Re Sole. Addio alla sua nuova Ue
Doveva cambiare la Francia e l'Europa, ma un anno e mezzo dopo Macron è stato scaricato da tutti
CRONOSTORIA DEL FALLIMENTO DI MACRON
Doveva cambiare la Francia e l'Europa, trascinando con sé leader di altri Paesi come per esempio Matteo Renzi e creare un nuovo asse progressista capace di cambiare la leadership europea e il rigorismo del duopolio Berlino-Bruxelles. La realtà, un anno e mezzo dopo è completamente diversa. Emmanuel Macron, aspirante successore del Re Sole, non piace a nessuno. Non piace in Europa, dove piene preso come riferimento in senso negativo non solo dai sovranisti ma anche dai riformisti e progressisti. Non piace ad Angela Merkel, che ha finto di trattare per poi stroncare sul nascere le sue ambizioni di riforma. Soprattutto non piace ai francesi, che stanno riempiendo le piazze da settimane per provare a cacciarlo dall'Eliseo.
IL DESTINO POLITICO DI MACRON E' SEGNATO
Il destino di Macron sembra politicamente segnato. Sin dall'inizio del suo mandato si è preoccupato più dell'estero che della Francia. Il suo interventismo in Africa e le sue visite, ripetute, di Stato tra Usa, Cina e Iran lo avevano posto al centro del palcoscenico. Ma dopo le belle fotografie è rimasto poco. E' rimata la cenere degli Champs Elysées, sui quali i gilet gialli hanno messo a nudo tutte le contraddizioni di una politica interna che è stata identificata con la difesa delle élites.
IL SORPASSO DI MARINE LE PEN, ANCHE EN MARCHE MOLLA MACRON
Ecco perché nei sondaggi Macron continua a scendere e Marine Le Pen sembra ormai averlo sorpassato in vista delle elezioni europee della prossima primavera. Una situazione oltremodo preoccupante per En Marche, il partito di Macron che non a caso sta iniziando a esprimere dissenso interno al suo leader. Macron potrà anche resistere sulla sua poltrona dell'Eliseo per qualche tempo ma la sua fine politica sembra davvero solo questione di tempo.
LO SCIVOLONE SUI GILET GIALLI
A peggiorare la situazione sono state ovviamente le proteste dei Gilet gialli che hanno visto prima una dura repressione da parte dell'Eliseo, salvo poi accettare le loro richieste. Per di piú mettendo in pericolo le casse dello Stato attraverso una manovra che, sembra, aumenterá l'esposizione del Paese per 10 miliardi di euro. Per di piú i manifestanti non sembrano volersi accontentare di un aumento degli stipendi minimi e di un congelamento della tasse sulla benzina, ma puntano alle dimissioni del governo.
Commenti