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Affari Europei
Manovra, i timori dei consiglieri della Merkel: "Italia un pericolo per l'Ue"

MANOVRA I TIMORI DELLA GERMANIA: "ITALIA PERICOLOSA"

La manovra italiana à dannosa per tutta la zona euro, il paese cammina su "un sentiero pericoloso" e il verdetto più severo potrebbe arrivare dai "mercati internazionali", più che dalla Commissione europea pronta a lanciare una procedura sul debito. A lanciare l'allarme sugli effetti della Legge di Bilancio italiana che viola gli impegni Ue sui conti pubblici è Clemens Fuest, presidente del centro di ricerche Ifo di Monaco, nel novero dei consiglieri vicini alla cancelliera Angela Merkel. "La politica italiana può danneggiare l'Italia e l'Eurozona. L'Italia ha bisogno di più crescita economica e riduzione del debito pubblico, mentre l'attuale politica del governo italiano riduce la crescita e aumenta il debito", osserva Fuest all'Adnkronos, sottolineando che il calo della fiducia degli investitori fa schizzare i tassi di interesse e riduce il valore dei titoli di stato, a scapito di banche e imprese. Ma le scelte del governo giallo-verde "danneggiano anche l'Eurozona, non solo perché una crisi finanziaria in Italia interesserà anche il resto dell'Europa, ma anche perché il governo italiano dimostra anche che le promesse fatte dai governi nazionali sulla futura politica fiscale ed economica non sono affidabili". Ad ogni modo l'arma della procedura Ue brandita dalla Commissione Ue appare spuntata. "Le regole fiscali sono uno strumento debole - è l'analisi dell'economista - non permetteranno a Bruxelles di imporre politiche fiscali a un governo che non vuole seguire le regole. L'unica forza disciplinare effettiva proviene dai mercati internazionali dei capitali, a condizione che non si verifichino salvataggi".

Ai consiglieri della Merkel non piace la manovra dell'Italia

E il maxi-piano di privatizzazioni annunciato dal governo appare come fumo negli occhi. "La vendita di beni non rende la situazione economica di un paese più solida a meno che tale vendita non equivalga ad un migliore uso di queste attività. È come se una famiglia molto indebita vendesse la sua casa, questo non risolverebbe il problema dei debiti visto che dovrà pagarsi l'affitto", spiega il presidente dell'Ifo. E sulle spese straordinarie per gestire i costi del crollo del Ponte Morandi e delle recenti alluvioni infine l'esperto osserva: "non ho l'impressione che il governo italiano sia realmente interessato a sapere se l'Ue darà il via libera a questi costi una tantum", avendo in più sedi "chiarito che non si cura degli impegni europei" dunque "discutere di dettagli come queste spese non ha senso". Agli occhi dell'economista nel futuro prossimo si delineerà questa tacita intesa: "l'Ue dovrà accettare che il bilancio italiano non è in linea con le regole europee e il governo italiano deve accettare che non ci sarà alcun salvataggio né da parte della Bce, né di nessun altro quando il paese si troverà in difficoltà finanziarie. Questo è un sentiero pericoloso ma sembra che non ci siano alternative".

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