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Affari Europei
Maullu dice addio a FI: “Meloni? Ha una visione politica che condivido”
Stefano Maullu

Dopo 24 anni di militanza in Forza Italia Stefano Maullu ha deciso di lasciare il partito e di passare con Fratelli d'Italia. L'eurodeputato di origine sarda é stato uno dei primi a condividere la visione politica di Silvio Berlusconi. Dapprima consigliere comunale a Milano, poi in Regione come consigliere e assessore. Prima di approdare al Parlamento europeo, nel 2012 diventa presidente di Teem (Tangenziale Est Esterna di Milano). Poi la crisi del partito e la decisione di lasciare FI.

“E' stata una scelta sofferta, ma non più rimandabile”, spiega ad Affaritaliani.it Maullu, raggiunto telefonicamente durante un viaggio a Mosca. “E' un convincimento che é maturato nel tempo, frutto anche di questa esperienza europea, che mi ha dimostrato quanto Forza Italia abbia perso le sue radici. Parlo di una identità nazionale marcata, un posizionamento chiaro in Ue a favore degli interessi italiani. Oggi ci siamo schiacciati sulla posizione tedesca e talvolta francese, con conseguenze disastrose, come nel caso dei migranti”.

Qualcuno potrebbe pensare che il suo addio sia dettato più da calcoli elettorali, piuttosto che da una riflessione politica. In fondo le Europee sono alle porte...

“Se avessi dovuto guardare all'interesse elettorale sarei passato con la Lega, piuttosto che con Fratelli d'Italia. Io sono rimasto fedele a me stesso, é il partito che non é più lo stesso”.

Perché allora lasciare Forza Italia, invece di cambiarla?

“Perché ormai nel partito non si dà spazio al merito o alla rappresentanza, ma a logiche di corte. Il partito non parla più alla gente, a chi ha veramente bisogno, alle 5 milioni di famiglie che vivono in condizioni di povertà. Parla a se stesso e ripropone modelli ormai superati”.

Ad esempio?

“Il mantra del libero mercato sopra ogni cosa non può essere la soluzione a tutti i problemi. Bene gli scambi commerciali e l'internazionalizzazione, ma dobbiamo anche difendere le nostre imprese. Non é pensabile di lasciare Berlino libera di cannibalizzare il mercato interno europeo”.

Cosa l'ha convinta di Giorgia Meloni?

“La sua visione politica, che allarga i confini di un partito di destra, conservatore e moderato, e che mette gli interessi del Paese e degli italiani al primo posto”.

Lasciando Forza Italia lascia anche il Ppe, in quale famiglia europea si siederà?

“Passerò nell'Ecr, insieme ai conservatori britannici. E' una scelta che rispecchia anche la mia visione atlantista del posizionamento dell'Italia”.

Come eurodeputato conosce bene gli equilibri comunitari, come valuta la manovra del governo?

“Credo che sia pessima perché non risponde ai bisogni del Paese. Detto questo sono convinto che Juncker e Moscovici siano in campagna elettorale e stiano usando la clava con l'Italia per aumentare il loro consenso. Mi fa altrettanto ridere però chi, anche dentro FI, utilizza lo spread come arma politica, visto che il governo Berlusconi é caduto proprio dietro i ricatti della speculazione”.

Lei in questo momento é a Mosca, a dicembre si devono rinnovare le sanzioni alla Russia. Qual é la sua posizione?

“Ho seguito molto da vicino il problema e credo che sia un grande errore aver appoggiato queste sanzioni che hanno avuto come unico effetto quello di colpire una parte importante dell'economia italiana. E' interessante però notare come il tema delle sanzioni sembra essere scomparso dall'agenda politica di Forza Italia al Parlamento europeo”.

Quale deve essere il posizionamento dell'Italia nel mondo?

“L'Italia si deve porre come interlocutore della Russia, come aveva sapientemente fatto il Cavaliere, e deve dialogare con il Nord Africa, contrastando se necessario le mire francesi e cinesi. Oggi invece gli interessi del Paese vengono messi da parte per seguire Macron e Merkel”.

Ha sentito Berlusconi o Mariastella Gelmini, coordinatrice di FI in Lombardia?

“Con Gelmini ho avuto un breve dialogo. A Berlusconi invece sto scrivendo una lettera personale, che ripercorre momenti anche di intimità che abbiamo condiviso”.

Tommaso Cinquemani

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