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Affari Europei
Merkel inaffidabile quanto Trump in politica estera? Le ombre sulla Germania

L'ostilità di Germania verso Trump

Dalla fine della Seconda guerra mondiale, i politici tedeschi di tutti gli schieramenti si prodigano di assicurare che la politica estera del paese è mossa unicamente da interessi sovranazionali. Si inserisce in questa narrativa l'ostilità di Berlino al presidente nazionalista statunitense Donald Trump. Il mese scorso il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel (socialdemocratico) ha lamentato il "ritiro degli Stati Uniti sotto Donald Trump dal ruolo di garante affidabile del multilateralismo in stile occidentale".

L'ambiguità della Germania sulla Russia

Successivamente, però Gabriel ha difeso gli interessi nazionali tedeschi contro le sanzioni Usa alla Russia, ed ha dichiarato: "Queste sanzioni minacciano i nostri interessi economici esistenziali". Il ministro si riferiva alle sanzioni statunitensi che rischiano di far affondare il progetto del controverso gasdotto Nord Stream 2, che consentirebbe alle forniture russe di gas alla Germania di bypassare le ex nazioni del blocco sovietico.

L'affare Nord Stream

Il Nord Stream è nell'interesse della Germania, scrive il quotidiano tedesco, ma non in quello dell'Europa. Gabriel ha chiesto all'Unione europea di fare i primi passi per la rimozione delle sanzioni se la Russia accettera' un cessate il fuoco in Ucraina orientale, anche se "tale concessione è ben al di sotto dei requisiti previsti dall'accordo di Minsk", ha scritto il Frankfurter Allgemeine. Questa lettura selettiva della storia ha conseguenze reali. Secondo un sondaggio del Pew Research Institute effettuato in diversi paesi della Nato, i tedeschi sono i meno propensi ad un eventuale intervento a difesa degli alleati contro un attacco russo, come previsto dall'articolo 5 del trattato istitutivo della Nato.

Il nazionalismo nascosto dietro la retorica internazionalista

Nascondere il nazionalismo dietro la facciata di una retorica internazionalista è stata a lungo una delle peculiarità della politica estera tedesca del dopoguerra. Sia Gabriel che l'attuale presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, si sono dichiarati contrari alle manovre della Nato in Europa orientale, nel 2016. La Germania, riguardo ai suoi obblighi sulla sicurezza, "non è più affidabile di Trump", ha persino scritto il "Faz". Sono circa il 28 per cento i tedeschi che preferiscono la Russia agli Stati Uniti (25 per cento) come partner. Secondo il quotidiano, persino il risicato budget della Germania per la difesa (solo l'1,2 per cento del Pil, contro il 2 per cento raccomandato ai membri della Nato) e le scarse dotazioni delle Forze armate sono ulteriori esempi del nazionalismo tedesco, che è esclusivamente improntato al mercantilismo.

La Germania è un paese come gli altri

Essendo il paese più popoloso e la maggiore potenza economica in Europa, la Germania dovrebbe contribuire molto di piu' alla difesa comune del continente. I critici dell'innalzamento della spesa militare sostengono che l'ultima cosa di cui il continente ha bisogno sia una Germania ricostituita militarmente, dato il suo trascorso nazista. Oggi, però  i tedeschi sono gli unici a temere la Germania. Ma come dimostra l'ascesa dell'AfD (Alternativa per la Germania), il primo partito estremista di destra che si è seduto nel Bundestag dal Secondo dopoguerra, la Germania è sempre più un normale paese europeo, e dovrebbe pertanto smettere di nascondersi dietro una presunta eccezionalità.

Il legame tra la Csu e Orban

E intanto anche i rapporti internazionali di Merkel e dei suoi alleati destano qualche perplessità. Il leader ungherese Viktor Orban è stato per esempio ospite del vertice della Csu bavarese, a porte chiuse, nel convento di Seeon, in Baviera. La presenza del controverso primo ministro del Fidesz ha dato adito a diverse polemiche, soprattutto con i socialdemocratici, che domenica prossima dovranno sedersi al tavolo per i primi colloqui esplorativi in vista di una possibile riedizione della Grosse Koalition. Ma Horst Seehofer, numero uno del partito alleato della Cdu di Merkel, ha difeso questa scelta: "con i partner si deve parlare", ha affermato. Dalle pagine della Bild di oggi, il leader dei socialdemocratici, Martin Schulz, ha criticato Orban: soprattutto sulla politica sui profughi persegue "una logica pericolosa", ha affermato. "Mi aspetto che Seehofer metta paletti chiari su questo tema e anche sulla liberta' della stampa e di opinione", ha aggiunto. Fra gli ospiti della Csu anche il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, e il ceo di Axel Springer Mathias Doepfner.

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