Merkel sotto pressione per colpa di Kurz. I falchi di Visegrad chiamano Vienna

Merkel gelida con Kurz: "L'Austria non è un esempio da imitare"

"La situazione politica in Austria non è un esempio". Dopo aver augurato buon lavoro a Sebastian Kurz e aver auspicato una "buona cooperazione" tra Berlino e Vienna, Angela Merkel ha dato questo giudizio sullo scenario politico che si è venuto a creare nel paese confinante in seguito al trionfo elettorale del capo del partito popolare. Nel formulare il giudizio la Cancelliera ha guardato soprattutto alle difficoltà dei prossimi giorni in Germania, quando si troverà alle prese con la formazione del nuovo governo. Tornando a Kurz, Merkel ha riconosciuto al giovane leader "l'energia" con cui ha rinnovato il partito e ha gestito "una campagna elettorale moderna". Kurz, ha aggiunto Merkel cercando di minimizzare l'impatto dello spostamento verso l'estrema destra di Vienna, ha messo molta "retorica" nelle sue dichiarazioni e certamente le divergenze no sono copsi' evidenti quando si arriva a un contatto diretto". In ogni caso "non vi è ragione di pensare che le cose possano risolversi come si sta facendo in Austria", chiamata oggi a una "grande sfida" politica. 

Merkel sotto pressione in Germania per colpa di Kurz

Ma la realtà è che la Cancelliera si trova ora sotto pressione. La vittoria di Kurz, che ha cavalcato la paura dei migranti, rischia di riaprire il dibattito sui profughi (dossier delicato sul tavolo di coalizione) e sulla direzione complessiva dell'Unione, che ha ceduto a settembre più di un milione di voti ai populisti di Afd. La sconfitta in Bassa Sassonia e il ritrovato vigore dei Liberali, rilanciati dalla vittoria del popolare austriaco, creano una miscela potenzialmente esplosiva per la Merkel, che ha davanti a sé la difficile sfida delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.

I paesi di Visegrad chiamano l'Austria

Nel frattempo i "falchi dell'Est" chiamano Kurz.  "Sono certo che vedremo piu' cooperazione dei quattro Paesi Visegrad con l'Austria in futuro". E' tutta in questa frase del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijarto l'essenza delle aspettative dei 'falchi' dei governi di Budapest, Varsavia, Praga e Bratislava dopo il successo elettorale di Sebastian Kurz (Oevp). Un'altra grande preoccupazione per l'Ue che potrebbe dunque vedersi ingrossare le fila di quei paesi ostili alle politiche di Bruxelles.