Migranti, l'accordo Ue-Turchia non serve? Si riaprono le vecchie rotte
In Grecia meno arrivi via mare, riapre la vecchia rotta "terrestre". In aumento gli arrivi in Italia
L'accordo tra Unione Europea e Turchia sui migranti non serve. E' il doloroso sospetto che sta venendo a Bruxelles dopo che a polizia greca ha confermato che durante il fine settimana appena trascorso non è stata ricevuta neanche una segnalazione di arrivo sulle isole greche. Ad anticipare il nuovo trend erano già state Oim e Frontex venerdì scorso, che avevano parlato di un calo del 90% degli arrivi in Grecia di migranti e richiedenti asilo nel mese di aprile. Se via mare il flusso sembra essersi interrotto, nuove rotte si stanno tuttavia aprendo.
Una sessantina di migranti ad esempio proprio ieri hanno raggiunto la Grecia attraversando la frontiera turca: ancora Rfi riferisce che 57 persone hanno attraversato il fiume Evros - a poca distanza da Tessalonica - pagando ai trafficanti 3mila euro a testa, ma sono stati intercettati dagli agenti di polizia e arrestati. Quel percorso era stato abbandonato dal 2012, quando cioè Atene ha fatto costruire una recinzione lungo tutto il fiume, che funge da frontiera naturale con la vicina Turchia. Ma di recente le autorità hanno notato che i migranti hanno ricominciato a usare questa rotta. Non è ancora certo quindi se l'Accordo Ue-Turchia, così come la chiusura della rotta Balcanica da parte dei governi di Macedonia, Croazia, Slovenia e Serbia, stiano effettivamente scoraggiando le partenze. Forse, come ben sappiamo in Italia, si stanno solo riaprendo nuove o antiche rotte.