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Affari Europei
Nomine Ue, Conte: "Mille nomi". Commissione, Draghi "non disponibile"
Ue: fonti vicine a Draghi, "non disponibile" per presidenza Commissione - 'Pur onorato, non disponibile'. Cosi' fonti vicine al presidente della Bce Mario Draghi hanno chiarito, secondo quanto riporta il sole24ore.com, la posizione del numero uno della banca in merito alle voci che si sono diffuse ieri su una sua possibile candidatura alla presidenza della Commissione Ue. 'Pur sentendosi onorato, il presidente non e' disponibile', hanno scandito le fonti autorevoli. La caccia al nuovo presidente della Commissione quindi continua, con il Financial Times che ha rilanciato ieri con forza quella dell'olandese Frans Timmermans, dandolo in pole position come frutto di un compromesso che non vedrebbe ne' un candidato tedesco ne' uno francese avere la meglio. Gli ambasciatori a Bruxelles di alcuni Paesi dell'Europa del Sud, tra i quali secondo La Stampa anche Palazzo Chigi, hanno accarezzato l'idea di candidare Draghi alla presidenza della Commissione europea: in un momento in cui l'euro rischia di spezzarsi nuovamente, e stavolta non per la speculazione dei mercati finanziari come nel 2012 ma per la crescita delle correnti populiste anti-euro, la ricerca di un 'whatever-it-takes' della politica europea per ricucire tutti gli strappi, dopo quello della politica monetaria, e' in cima alle priorita' della maggior parte dei capi di stato e di governo europei. Le voci sulla possibile candidatura di Draghi, ora bocciata dal presidente evidentemente per non lasciare che le indiscrezioni potessero salire come panna montata alla vigilia del prossimo delicatissimo summit del Consiglio europeo sulle nomine, hanno comunque lo stesso tenore di quelle che hanno inseguito a lungo Angela Merkel: anche la cancelliera tedesca e' considerata un peso massimo per la Commissione tra le altre cose per la sua notoria capacita' di saper mettere tutti d'accordo. Le indiscrezioni sulla Merkel sono andate in giro per mesi ma sono state da lei stessa respinte pubblicamente con un secco 'no', un rifiuto mai fino in fondo accettato in alcuni ambienti europei. 

Da qualche giorno si sta facendo strada l'ipotesi che Mario Draghi vada alla presidenza della Commissione europea lasciando la suo poltrona di presidente della Bce, che comunque sarebbe in scadenza a novembre. Una soluzione che troverebbe il plauso di tutte le cancellerie europee.

Mario Draghi é infatti considerato un 'tecnico' sopra le parti, affidabile e serio. Insomma, qualcuno su cui contare qualunque sia il governo in Italia. Per il nostro Paese sarebbe un colpo grosso, anche perché fonti di Bruxelles svelano ad Affaritaliani.it che se il governo italiano avanzerà una candidatura politica (come quella di Giorgetti) il dicastero a cui potrà aspirare sarà modesto (Commercio o Agricoltura, a cui potrebbe andare il sottosegretario leghista o Concorrenza) e la bocciatura del Parlamento europeo possibile.

CONTE TENTENNA

Mario Draghi presidente della Commissione europea? "Saltano mille nomi, in questo momento sono giorni caldi. Aspettiamo, ci sono candidature più probabili, altre meno. Stiamo lavorando tutti insieme, c'è un buon clima costruttivo"., h spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine del G20 di Osaka. Il premier intende prendere tempo per cercare di capire quali sono le opzioni sul tavolo. 

I DUBBI DI SALVINI

La Lega ha preso più voti alle europee dei 5 stelle quindi toccherebbe alla Lega indicare un nome. "E Giancarlo Giorgetti è uno dei nomi che a me piacerebbe che rappresentasse non la Lega ma 60 milioni di italiani in Europa", ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, durante la trasmissione 'Dritto e rovescio' che andrà in onda questa sera su Rete 4, rispondendo a una domanda su Giorgetti, se lo vedrebbe come possibile commissario. "Vorrei mandare in Europa un italiano che si ricorda di esserlo per 5 anni", ha concluso.

IL SILENZIO DI DI MAIO

Sul tema il vicepremier Luigi Di Maio non ha ancora fatto dichiarazioni. Il motivo? Vuole mandare avanti il premier Conte, anche perché sa che con il risultato delle europee il Movimento non puó avanzare nessuna candidatura, ma potrebbe appoggiare con maggiore convinzione il nome di un tecnico super partes.

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