Nomine Ue, Merkel si gioca la leadership nella notte di Bruxelles
Sarà una notte di passione quella che sta per iniziare a Bruxelles. Una notte in cui dovrebbero essere decise le cariche principali nello scacchiere europeo: il presidente della Commissione, del Consiglio e del Parlamento. Più il successore di Mario Draghi, che a novembre finisce il suo mandato alla Banca centrale europea. E mentre ogni Stato lavora per portare acqua al proprio mulino, tutti guardano alle trattative brussellesi come alla cartina di tornasole per misurare il potere di Angela Merkel.
PREOCCUPA LO STATO DI SALUTE DI MERKEL
I tremolii dei giorni scorsi, in due occasioni pubbliche, hanno suscitato timori nella popolazione tedesca che guarda ad Angela come ad un punto di riferimento solido e incrollabile. La possibile malattia, come accaduto in tante occasioni per tanti leader, potrebbe essere il primo segno che qualcosa é cambiato. Un leader malato é un leader indebolito e gli sciacalli (ovviamente politici) interni ed esterni al Paese non aspettano altro.
IL RISIKO DELLE NOMINE EUROPEE
E questa sera si vedrà se Merkel é ancora in forze. La cancelliera vedrebbe bene alla presidenza della Commissione Frans Timmermans (il candidato dei socialisti) oppure Margrethe Vestager (dei liberali). A Manfred Weber (candidato popolare) andrebbe invece la presidenza del Parlamento europeo mentre ad un leader dei Paesi dell'Est, magari una donna, verrebbe assegnata la carica di Presidente del Consiglio. Merkel mira poi a mettere uno dei suoi alla guida della Bce, ma sarebbe anche disposta a cedere questa casella, purché sia insignito un tecnico di fede rigorista.
MERKEL ALLA PROVA DELLE NOMINE
Maggiore sará la distanza tra la compagine scelta dal Consiglio di questa sera dalla proposta merkeliana, maggiore sarà la debolezza dimostrata da quest'ultima. E si sa, i leader deboli in politica durano poco. Ecco perché per mantenere salda la barra del governo in Patria e dell'Europa in generale, la Cancelliera dovrá essere spietata. Ogni forma di concessione verrá presa per debolezza. E questo Merkel non se lo puó permettere.
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