Ogm, La Via: "Le importazioni di mais e cotone assolutamente sicure"
Strasburgo protesta contro la decisione Ue di autorizzare l'import di prodotti contenenti mais e cotone ogm. La Via: "Proteste non basate su prove scientifiche"
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
I parlamentari europei hanno approvato due risoluzioni non vincolanti con le quali hanno contestato la decisione della Commissione europea di autorizzare l'import di prodotti contenenti mais e cotone ogm. I deputati, afferma la risoluzione, hanno dubbi sulle ripercussioni sulla salute umana derivanti dall'uso dei prodotti geneticamente modificati.
"Si tratta di timori privi di alcun fondamento scientifico", spiega ad Affaritaliani.it Giovanni La Via, eurodeputato del Nuovo Centrodestra ed ex presidente della Commissione per la sicurezza alimentare. "L'Efsa, l'autorità indipendente che vigila su ciò che mangiamo, ha svolto degli studi accurati prima di dare parere positivo all'importazione e non sono stati rilevati pericoli per la salute umana".
Perché allora c'é stata questa ampia opposizione in Parlamento?
"Perché si é formato un gruppo di deputati che quando si parla di ogm si oppongono a prescindere. Secondo alcuni deve essere privilegiato il principio di precauzione secondo il quale, anche se c'é un minimo dubbio sulla possibile nocività di questi prodotti dovuta ad una esposizione nel lungo periodo, bisogna vietarne l'uso".
Ad oggi l'Italia e l'Europa importano mais geneticamente modificato?
"Oggi alleviamo il nostro bestiame con mangimi che contengono soia e mais che per la maggior parte proviene dall'estero ed é ogm. Si tratta di animali di cui poi mangiamo la carne o beviamo il latte. E questo non crea alcun danno alla salute degli uomini o degli animali stessi".
Perché é stata contestata anche l'autorizzazione al cotone ogm, che non é un prodotto alimentare?
"La mozione riguardava un certo tipo di cotone resistente ad un erbicida. La motivazione é stata che autorizzarne l'import avrebbe comportato l'aumento a livello globale dell'uso di quell'erbicida. Ma noi già oggi usiamo i diserbanti in agricoltura e indossiamo vestiti in fibra di cotone che nella maggior parte dei casi proviene da piante ogm".
Parlando di ogm in generale, oggi é possibile coltivarli in Europa?
"Sono i singoli Stati a decidere se é autorizzare o meno la coltivazione di piante ogm. In ogni caso é la Commissione che deve preventivamente autorizzarne l'uso dopo aver effettuato le dovute ricerche sulla sicurezza. E' tuttavia legale importare prodotti contenenti ogm sia per l'alimentazione animale che umana, ma in questo ultimo caso deve essere espressamente indicato in etichetta".
Facciamo un passo indietro, gli ogm sono tutti uguali?
"Assolutamente no. Bisogna distinguere tra ogm transgenici e ogm non transgenici. Nel primo caso si tratta di organismi che in natura non potrebbero esistere perché in laboratorio si mettono assieme geni provenienti da specie differenti. Nel secondo caso invece si tratta di piante ottenibili anche da incroci naturali".
E perché non utilizzare gli incroci naturali?
"Perché questo richiederebbe tempi lunghissimi, di molti anni. Inoltre se con le nuove tecniche di miglioramento genetico noi siamo in grado di isolare i singoli geni e siamo sicuri di cosa otteniamo, con gli incroci naturali non c'é alcun tipo di controllo".
A livello europeo esiste questa distinzione?
"Non ancora, la Commissione ha ascoltato gli stakeholder e formulerà una proposta che poi dovrà essere discussa con il Parlamento e il Consiglio. L'orientamento é comunque di distinguere queste due classi di ogm. E io credo che non ci sia alcun motivo per vietare la coltivazione di ogm non transgenici".