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Affari Europei
Onu, la bulgara Bukova vuole la presidenza. In lizza anche Mogherini

Entra nel vivo la corsa alla poltrona più importante delle Nazioni Unite. Impazza il toto nomi per la successione di Ban Ki-moon, il cui mandato all'Onu scade alla fine del 2016. La Bulgaria propone Irina Bokova, direttore generale dell'Unesco. Ma in corsa c'è anche Federica Mogherini.

Il mandato del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon scade il 31 dicembre prossimo e prima di lui altri sette uomini hanno avuto la leadership delle Nazioni Unite. Da più parti è arrivata la richiesta di una svolta radicale. "E' ora di cambiare", ha scritto qualche settimana fa il New York Times, sostenendo la necessità di nominare una donna. Allo stesso modo il quotidiano francese Le Figaro ha ricordato, con parole che risuonano da endorsement, l'attivismo di Kristalina Georgieva, vice presidente e Commissario dell'Unione europea per il Budget e le Risorse umane, a cui a maggio sarebbe stato affidato il compito di trovare nuovi finanziamenti per le Nazioni unite. 

Ora è invece sceso in campo direttamente un Paese Ue. La Bulgaria ha infatti annunciato di voler proporre Irina Bokova. "Con la sua esperienza Bokova può rappresentare una candidatura importante nella campagna per il segretario generale Onu", si legge in un comunicato del ministero Affari Esteri. Prima donna direttore generale dell'Unesco, dal 2009, Bokova, 63 anni, sta svolgendo un secondo mandato, che scade nel 2017. In precedenza è stata ambasciatrice della Bulgaria in Francia, a Monaco e presso l'Unesco.

Ma tra i partecipanti alla corsa alla presidenza Onu c'è anche l'italiana Federica Mogherini, l'Alto rappresentante Ue per la Politica Estera e di sicurezza. Mogherini sarebbe perfetta perché rappresenta l'Europa, una quasi federazione di Stati che a fatica prova a mettersi d'accordo per una politica estera comune. Una bella carta da giocare al Palazzo di vetro. Il problema è la giovane età e l'assenza di esperienza, che porta di conseguenza ad una ancora carente rete di relazioni internazionali.

A dirla tutta, un ulteriore ostacolo per la Mogherini è rappresentato dal fatto che il segretario generale è solitamente espressione di Paesi strategicamente non eccessivamente rilevanti. Quindi non il caso dell'Italia, visto il suo impegno nelle varie missioni Onu in Libano, Afghanistan, Kosovo e ormai quasi certamente Libia. A favore dell Mogherini giocano invece la perseveranza e l'equilibrio con cui ha inseguito e, alla fine ottenuto con il segretario di Stato Usa John Kerry, un accordo sul programma nucleare iraniano.

Il lotto delle papabili è al momento completato dalla direttrice del Fondo monetario internazionale, la francese Christine Lagarde, dalla presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, dal segretario esecutivo della Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi Alicia Bàrcena Ibarra, dalla presidente della Commissione internazionale contro la Pena di Morte Navi Pillay. Ancora qualche mese e sapremo.

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