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Affari Europei
Pence a Bruxelles, sul tavolo Nato, Russia, Brexit e futuro dell'Unione
Pence in visita a Bruxelles

 

In attesa di un viaggio di Donald Trump in Europa, previsto per il prossimo G8, il presidente Usa manda nel Vecchio Continente il suo vice, Mike Pence. Pence, uomo di partito e moderato, é stato imposto dai Repubblicani per bilanciare il carattere da cowboy del magnate statunitense. In visita a Bruxelles, Pence incontrerá tutti i pezzi grossi dell'Unione, da Jean Claude Juncker a Donald Tusk. Sul piatto molte le questioni spinose, dalla Nato alla Russia, dall'immigrazione al futuro dell'Europa dopo la Brexit.

Pence incontra Merkel: Usa vicini all'Europa

In visita a Monaco nel week end il vicepresidente Usa ha garantito che Washington rimarrá "il miglior alleato" degli europei. Ma non ha fatto alcun cenno all'Ue, rafforzando il timore che la nuova amministrazione americana voglia salvaguardare solo alcuni aspetti del suo rapporto con l'Unione, ignorando altri. Poco prima di lui, alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco, aveva parlato la cancelliere tedesca, Angela Merkel, spronando a superare gli egoismi nazionali e ricordando l'impegno delle organizzazioni internazionali che sono state un'asse portante dell'ordine mondiale post Guerra Fredda. "Il presidente (Trump) mi ha detto di venire qui a portare questo messaggio, questa rassicurazione: gli Stati Uniti appoggiano decisamente la Nato e sostengono senza incertezze il nostro impegno con questa alleanza transatlantica".

Pence rassicura l'Occidente sul ruolo degli Usa

"Non abbiate dubbi sul nostro impegno", ha aggiunto Pence, che parlava per la prima volta dinanzi al gotha diplomatico-militare mondiale. E' stato dunque un altro appello alla calma agli alleati europei dopo che il segretario alla Difesa, James Mattis, aveva detto che la Nato e' "fondamentale" per gli Stati Uniti; e il segretario di stato, Rex Tillerson, aveva rassicurato che ogni accordo con la Russia non passera' sulla testa degli alleati. "Siamo oggi e saremo sempre il vostro maggiore alleato", ha aggiunto Pence ricordando i valori comuni di "democrazia, giustizia e stato di diritto" condivisi con gli occidentali.

Washington fredda sul futuro dell'Unione europea

Ma l'assenza di ogni riferimento all'Unione Europea e' stato notato da molti. Anche il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, ha lamentato su Twitter che il vicepresidente "non ha detto una sola parola sull'Ue", una questione su cui invece l'Europa si attendeva qualche tipo di pronunciamento dopo che Trump aveva festeggiato il successo della Brexit e lasciato capire che non gli dispiacerebbe vedere la dissoluzione dell'unione Europea.

Rimane il nodo del finanziamento della Nato

Con tono pacato e solenne, Pence ha poi ripetuto la richiesta americana di un impegno finanziario maggiore da parte degli alleati della Nato, ma senza minacciare di ridurre il contributo degli Stati Uniti. "La difesa europea reclama il nostro impegno come il vostro. La promessa di condividere il peso della nostra difesa e' stato troppo a lungo non rispettata da troppi e questo erode dalle fondamenta la nostra Alleanza". E ancora: "Il presidente Trump spera che i suoi alleati mantengano le parola". Alle sue parole, hanno reagito i ministri degli Esteri europei, per esempio, il capo della diplomazia tedesca, Sigmar Gabriel, il quale ha ricordato che gli europei hanno contribuito alla stabilita' mondiale per mezzo degli aiuti allo sviluppo.

La Russia il grande elemento di tensione tra Usa e Ue

Quanto alla Russia, tentando di rassicurare gli europei preoccupati del riavvicinamento di Washington a Mosca, Pence ha promesso maggiore fermezza, ma al tempo stesso ha anche auspicato una maggiore cooperazione: "Sappiatelo: gli Stati Uniti continueranno a chiedere conto alla Russia, nello stesso momento in cui cerchiamo un nuovo terreno comune, che, come sapete, il presidente Trump ritiene possa essere trovato". La Russia "non cerca il conflitto", anche se e' intenzionata a difendere i propri interessi, e punta comunque a costruire con gli Stati Uniti rapporti fondati "sul pragmatismo, il mutuo rispetto e il riconoscimento della responsabilita' condivisa per la stabilita' globale", gli ha replicato cosi' Serghei Lavrov nel suo intervento dal podio degli oratori. Il ministro degli Esteri russo ha quindi sottolineato come "le classi dirigenti debbano fare una scelta", e ha "auspicato" sia quella di un nuovo "ordine mondiale" al contempo "democratico" e "giusto", basato cioe' su presupposti diversi dagli attuali, in cui "ogni Paese e' contraddistinto dalla propria sovranita'". Un ordine, ha aggiunto, "post-occidentale, se vi va di chiamarlo cosí".

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pence bruxelles junckerrapporto usa ue





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