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Affari Europei
Per l'Europa il modello israeliano? Il premier belga incontra Netanyahu

Il flop dell'intelligence europea é stato clamoroso. O meglio, i flop dei singoli stati sono stati clamorosi visto che non esiste un solido sistema di comunicazione che unisce i servizi segreti dei Ventotto. I terroristi potevano essere fermati? Nessuno lo sa con certezza, ma certamente la storia ci ha dimostrato che in Europa c'é un deficit cronico di fiducia e scambio di informazioni.

Quello di Bruxelles non é il primo attentato sul suolo europeo a cui assistiamo, eppure l'Europa non é stata ancora in grado di definire strategie e strumenti comuni. Un caso su tutti: il Pnr. Il numero che identifica i passeggeri dei voli europei giace ancora in Parlamento, in attesa di voto. In attesa che le parti politiche trovino un accordo che tuteli il diritto alla privacy dei cittadini con quello alla sicurezza.

Sapere chi vola sui nostri celi, chi passa dai nostri aeroporti é essenziale per identificare minacce. Cosí come é essenziale che alle frontiere i ricercati di un Paese non passino inosservati, come é successo dopo le stragi di Parigi."Questo e' un attacco alla nostra democrazia" e l'Europa deve "correre piu' velocemente dei terroristi" dando vita a un maggior coordinamento in tema di sicurezza e alla condivisione delle intelligence. Cosí ha dichiarato martedí il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. “E' un momento di difficolta' ma bisogna restare lucidi e fermi perche' il terrorismo non deve vincere e quindi dobbiamo rispondere con i giusti strumenti". Per Roberta Pinotti "c'e' un ritardo rispetto a quel che sta succedendo. Dovremmo correre di piu' su come mettere insieme difesa, sicurezza, capacita' dell'antiterrorismo dei diversi paesi europei di agire insieme. C'e' gia' uno scambio di informazioni e passi avanti sono stati fatti, ma le sfide dell'oggi ci devono spingere a correre. Le sfide sono comuni".

Il Belgio sotto attacco prova a cerca una soluzione e lo fa rivolgendosi al Paese che più di ogni altro sa che cosa vuol dire vivere sotto un perenne assedio: Israele. Il premier Michel ha infatti annunciato che incontrerà a breve Benjamin Netanyhau. Israele ha molto da insegnare visto che, a detta di tutti, é il Paese con la migliore intelligence al mondo, superiore anche a quella statunitense.

C'é però un gigantesco ma che campeggia sul modello israeliano. In quel Paese si vive in un costante stato di assedio, con la paura che il nemico sia il vicino di casa e che andando a fare la spesa si possa essere accoltellati o saltare in aria su un autobus. Nessuno, a Bruxelles e nel resto d'Europa, vuole credere che la soluzione sia militarizzare il territorio e vivere nella paura. Nessuno vuole credere che ogni persona non caucasica e non cristiana possa essere un terrorista, come in Israele accade per ogni non ebreo.

 

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