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Affari Europei
Pil Germania, Brexit, dazi auto e... Europa verso un autunno di crisi

Europa va verso "autunno di malcontento"; colpa dei leader

L'economia europea "sta scivolando sui pattini" e non solo per effetto della guerra commerciale tra Usa e Cina, quanto del "rifiuto cronico dell'Europa di aiutarsi da sola", come sostiene il Wall Street Journal. "L'Europa ha bisogno di maggiori riforme politiche. I suoi leader dovrebbero ormai sapere cosa devono fare per rilanciare le loro economie, ma la loro incapacità di farlo apre la strada a un autunno di malcontento". E questo discorso vale per tutti i Paesi, Italia compresa. In Germania, scrive l'autorevole quotidiano, i dati "sono già abbastanza negativi" visto che "la produzione industriale è scesa del 5,2% su base annua a giugno, il peggior calo dal 2009". Senza contare che la contrazione porta a un misero +0,1% del pil secondo gli ultimi dati appena usciti.

L'incognita Brexit sull'economia europea

Tutto ciò mentre "l'economia del Regno Unito ha subito una contrazione nel secondo trimestre con un tasso annuo dello 0,8%" e la a Francia che dopo la delusione sul Pil nel II trimestre, attende di "vedere se le riforme del presidente Emmanuel Macron fino ad oggi sono sufficienti a sollevare definitivamente gli investimenti delle imprese". Idem per l'Italia, dove "i recenti segnali di ottimismo tra le societa' di servizi sono bilanciati dal pessimismo tra i produttori".

Lo spauracchio dei dazi sulle auto

Di certo, le mosse di Trump non aiutano visto che la Germania, scrive il Wsj, è direttamente interessata dai dazi sulle auto europee, ma non è questo il punto. Ad esempio, una Brexit senza accordo "sarà uno shock piu' grave per le economie continentali di quanto alcuni leader sembrano rendersi conto". E questo vuol dire che non e' tanto colpa di Trump, in quanto parte gran parte di questa situazione in Europa "e' stata creata piu' vicino a casa".  La soluzione preferita da tutti per l'economia tedesca e' che "il governo spenda di piu' per i progetti di opere pubbliche". Questo perche' "un uso migliore il margine offerto da un bilancio in pareggio e dal calo del debito permetterebbe la riduzione delle tasse", almeno di parte di esse ma quest'idea non sembra essere "all'ordine del giorno". 

I rischi per banche e imprese

"Gli stimoli economici nella zona euro verranno dalla Banca centrale europea" puntualizza il Wsj ricordando che il presidente della BCE Mario Draghi dovrebbe dare un'ultima spinta a settembre prima di passare il timone, a novembre, al successore Christine Lagarde, "forse tagliando il tasso di politica già negativo della BCE e rilanciando gli acquisti di obbligazioni". Queste misure "metteranno a dura prova le banche non redditizie, soprattutto in Germania, con conseguenze imprevedibili per le imprese dipendenti dal credito. Se le manovre monetarie creassero una crescita economica duratura, l'Europa non si troverebbe nella situazione attuale.

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