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Affari Europei
Polonia-Ue allo scontro totale: Varsavia non cambia la legge sull'aborto

La Polonia non mitiga la legge contro l'aborto

Il parlamento polacco ha respinto le proposte per allentare le restrizioni sull'aborto, un anno dopo che decine di migliaia di donne vestite di nero si sono riversate nelle strade per impedire che il paese cattolico adotti leggi ancor più restrittive. L'assemblea di Varsavia, controllata dal partito di destra Legge e Giustizia (PiS), ha anche indicato di voler comprimere la normativa, che è già una delle più restrittive in Europa. I parlamentari hanno votato contro una proposta che avrebbe liberalizzato la legge e ha invece rimandato in commissione per ulteriori considerazioni un'altra proposta che proibisce l'aborto in caso di feti con deformità, proposta quest'ultima che secondo i critici corrisponderebbe a un divieto totale di aborto.

Scontro totale tra Polonia e Ue

L'attuale normativa, approvata nel 1993, vieta tutti gli aborti, tranne quelli in caso di stupro o incesto, se la gravidanza mette a rischio la vita della madre, o infine in caso di grave deformità del feto. Ogni anno ci sono 1.000 aborti effettuati legalmente nel paese di 38 milioni di abitanti, sebbene i gruppi femminili stimino che illegalmente o all'estero vengano effettuate tra le 100mila e le 150mila interruzioni di ggravidanza. Secondo Kaja Godek, uno degli proponenti della normativa "Zatrzymaj aborcje" (Stop aborto), la deformità del feto è la ragione del 96 per cento degli aborti legali nel paese. La proposta di vietare questo tipo di aborto ha una buona chance di essere approvata nel parlamento.

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