Scandalo pedofilia, cade il governo Islandese
Il primo ministro islandese Benediktsson é stato costretto alle dimissioni a causa di uno scandalo che ha travolto il padre, accusato di coprire un pedofilo
Si é dimesso oggi il premier islandese, Bjarni Benediktsson, che ha dovuto fare un passo indietro travolto dallo scandalo che vede al centro il padre. Il genitore del primo ministro avrebbe infatti tentato di 'riabilitare' sfruttando la sua posizione privilegiata un pedofilo che ha abusato della figliastra dall'età di 5 anni fino ai suoi 17. Il tutto con coperture politiche da parte del governo e del partito.
L'Islanda attraversa un momento difficile
Ad abbandonare il governo é stato il partito Bright Future, che circa un anno fa aveva reso possibile la costruzione dell'esecutivo guidato da Benediktsson. Per l'Islanda non é un momento facile visto che anche il primo ministro precedente, Sigmundur Davíð Gunnlaugsson, aveva dovuto rassegnare le dimissioni travolto dallo scandalo dei Panama Papers. Il suo nome era risultato infatti tra quelli che possedevano conti correnti offshore in paradisi fiscali. Per un Paese travolto da una terribile crisi finanziaria dopo il 2011 e alle rpese con una ristrutturazione del debito si é trattato di un colpo durissimo.
Scandalo pedofilia, si dimette il primo ministro
Il padre del primo ministro aveva presentato una lettera in cui chiedeva la riabilitazione del pedofilo. La legge islandese prevede infatti che un detenuto possa ricevere una riabilitazione se un amico sottopone una richiesta scritta in cui spiega l'avvenuto pentimento e il profondo cambiamento dell'interessato. In questo caso il padre di Benediktsson aveva presentato la lettera a suo nome al governo, presieduto dal figlio, tenendo la cosa nascosta, con la complicità anche del partito stesso.
Solo l'intervento del Parlamento ha fatto scoppiare il caso
Ad aggravare il tutto é stato il fatto che il ministro della Giustizia islandese si é inizialmente rifiutato di dire alla stampa chi fosse il firmatario della missiva. Solo l'intervento del Parlamento ha costretto l'esecutivo a rivelare che a difendere il pedofilo (in carcere da 5 anni) era proprio il padre del primo ministro.