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Affari Europei
Soldatesse senza il velo. Erdogan sgretola la laicità dello Stato turco
Il premier turco Erdogan con la moglie, velata

 

Dopo il colpo di stato del luglio scorso il presidente Erdogan sta islamizzando a ritmo serrato la Turchia. Mercoledì l'uomo forte di Ankara ha ottenuto che l'esercito eliminasse il divieto di indossare il velo per le donne soldato e le cadette. Un divieto voluto dallo stesso Ataturk, il padre della Turchia moderna, proprio per assicurare la laicità dell'esercito. Ed era stato proprio Ataturk ad affidare ai militari il compito di assicurare la democrazia e la laicità dello Stato. Secondo gli analisti il colpo di stato del 2016, progettato da alcuni militari, aveva proprio come scopo quello di fermare la islamizzazione della società.

Cade il divieto di indossare il velo per le soldatesse

Sotto le spinte dell'esecutivo di Ankara e grazie alle pesanti epurazioni post-golpe, l'esercito ha cancellato la norma che vietava l'utilizzo dell'hijab per le donne che hanno scelto la carriera militare, che potranno da oggi in poi coprire il capo, ma ovviamente lasciare scoperto il viso. Il divieto cade anche per i cadetti donne all'interno delle accademie militari e riguarda le ragazze velate che vogliano fare domanda per entrare nel l'esercito senza piu' essere costrette a scoprire il capo.

Turchi sempre meno laica

La decisione di abolire il divieto di indossare il velo per tutte le donne soldato dell'esercito turco, dalle ufficiali alle cadette, abbatte l'ultimo bastione della laicita' del vestiario della Repubblica di Turchia cosi come concepita dal fondatore Mustafa Kemal Ataturk. Senza perdere di vista il fatto che non vedremo mai soldatesse a volto coperto, la concessione riguarda infatti l'hijab, l'accessorio che copre capo e capelli, e senza dare troppo enfasi a un'argomento che spesso assume toni sproporzionati, pretendendo di essere estesa all'Islam nella sua totalita', rimane un provvedimento indicativo di cosa e'cambiato in Turchia in seguito all'ascesa al potere di RecepTayyip Erdogan.

Il divieto del velo nell'esercito, un po' di storia

La Repubblica turca nasce nel 1923 laica, con la benedizione di Ataturk, deciso a ridurre al minimo la dominazione culturale arabo-persiana e confinare la religione alla sola dimensione personale. La Turchia di Ataturk deve guardare a occidente e progredire, considerando un freno gli anacronismi legati alle pratiche religiose. La grande stagione di riforme durata dal 1925 al 1938 si apre cosi con il voto della Grande Assemblea Nazionale, che approva una prima riforma che contiene il divieto di ostentare in pubblico simboli legati alla religione; a farne le spese il velo per le donne, il fez, copricapo tradizionale ottomano il turbante per gli uomini.

Da Ataturk una occidentalizzazione della societá

Ataturk invitava la popolazione apertamente a vestire secondo "l'abbigliamento internazionale dei popoli civilizzati". La lunga stagione di riforme elimino' l'alfabeto arabo, sistematizzando le regole del turco moderno, infarcito di termini francesi che presero il posto di parole di origine araba e persiana utilizzate dell'impero ottomano.

Nel 1978 il divieto per le dipendenti pubbliche di indossare il velo

Il divieto formale di indossare il velo per le dipendenti pubbliche compare nella gazzetta ufficiale turca solo nel 1978, pur essendo prassi da ormai 50 anni, segue di tre anni la legge che vieta il velo per le studentesse, mentre nel 1997 il Consiglio di Sicurezza turco, attraverso pressioni e con la minaccia di un nuovo colpo di stato, ottiene il bando del velo in tutti gli ambiti civili e politici. Due anni dopo, nel 1999, la parlamentare Merve Kavakci viene espulsa dal parlamento appena tre settimane dopo essere stata eletta, rea di aver rifiutato di togliere l'hijab e uniformarsi al dettato dei militari. Le riforme di Ataturk e lo strapotere conferito ai militari "guardiani della laicita'" e' stato possibile grazie alla sconfitta delle correnti religiose, prime tra tutti la corrente di Sadrettin Nursi, da cui proviene il magnate e ideologo islamico Fetullah Gulen (prima sodale e da anni acerrimento nemico di Erdogan) e gli ambienti del Milli Gorus, nel quale si sono formati i fondatori del partito di maggioranza Akp, tra cui lo stesso presidente Erdogan. Nella societa' turca questa vittoria si traduce nella trionfo del positivismo sulla religione, relegando ai margini della societa' per decenni una enorme fetta del Paese, che ha poi trovato in Erdogan il proprio rappresentante.

Laicitá, tutto cambia con Erdogan

Con l'ascesa al potere nel 2002 inizia un lento cambiamento, che porta all'eliminazione del divieto di indossare il velo nelle universita' nel 2007, negli uffici e ospedali pubblici nel 2013 e nelle forze di polizia lo scorso agosto. "Le nostre sorelle velate devono avere gli stessi diritti e le stesse possibilita' di chi non porta il velo", ama ripetere il futuro presidente. Un processo di apertura all'Islam legato a doppio filo alla ricerca di consenso, cavalcando la voglia di rivalsa dei ceti popolari. Con le militari velate cade cosi' l'ultimo bastione della prima riforma di Ataturk, ma sopratutto cambiano in maniera definitiva i connotati dell'esercito. Il provvedimento suona come una chiamata alle armi per il popolo di Erdogan alla vigilia della campagna per il referendum costituzionale di aprile, ma sopratutto spodesta l'esercito da quel ruolo di "guardiano della laicita'" sulla base del quale, a cadenza quasi decennale, i governi del Paese sono stati destituiti da colpi di stato giustificati dai militari con l'intento di prevenire il rischio di una "deriva islamica". Un rischio che Erdogan non vuole piu' correre.

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turchia esercito velo





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