Spagna, Sanchez ha ufficialmente fallito: niente governo, si vota a novembre
Continua la serie infinita di elezioni: ennesimo voto il 10 novembre dopo il fallimento del negoziato affidato a Sanchez
Spagna: le elezioni infinite, il 10 novembre si vota
La Spagna tornerà al voto il prossimo 10 novembre. "Siamo obbligati a farlo", ha riconosciuto il premier, Pedro Sanchez, dopo aver rilevato il fallimento del tentativo di dare una maggioranza parlamentare al proprio governo. Al termine delle consultazionim, infatti, era stato il re Felipe VI a sancire che "nessun candidato ha il sostegno necessario affinché la Camera dei deputati gli dia fiducia". L'annuncio di nuove elezioni arriva dopo quasi cinque mesi dopo quelle del 28 aprile, vinte - senza ottenere la maggioranza assoluta - da Sanchez.
Dal 2015 spagnoli ripetutamente al voto e instabilità
La Spagna soffre di instabilità politica da quando il bipartitismo si è frantumato nel 2015, con l'entrata in scena della sinistra radicale di Podemos e dei liberali di Ciudadanos (Cs) in Parlamento. Il quadro è ancora più frammentato dall'emergere dell'estrema destra di Vox, nelle ultime elezioni. Felipe VI aveva avviato, ieri, un round di consultazioni in extremis che si sono chiuse questa sera. Ha incontrato i leader dei quattro principali partiti: Pablo Iglesias, della sinistra radicale di Unidas Podemos; Albert Rivera, del partito liberale Ciudadanos; Pablo Casado, del Partito Popolare (Pp) e Pedro Sanchez dei socialisti (Psoe). Il premier uscente, da parte sua, aveva aperto colloqui a sorpresa con i vertici di Podemos, Ciudadanos e Pp senza però trovare il necessario appoggio.
Da Vox a Ciudadanos fino a Podemos: politica spagnola frammentata
Persino Rivera, che sembrava aperto all'astensione, ha confermato invece il suo rifiuto, insieme al Pp; Iglesias, invece, ha fatto intendere di essere favorevole all'astensione. Nel secondo turno del voto per l'investitura, è sufficiente una maggioranza semplice: per questo l'astensione di Ciudadanos e del Pp sarebbero stati sufficienti a riportare al potere il leader socialista, che non avrebbe avuto così più bisogno dei voti di un alleato scomodo come Podemos, con cui diverge su diverse questioni: dall'economia all'indipendentismo catalano.
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