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Affari Europei
Stalking, Comi: "Ora intervenga anche l'Europa"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Da vittima di uno stalker a difensóra di tutte le donne perseguitate. E' questa la missione di Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, che a Strasburgo ha portato in Aula proprio il tema dello stalking, oggi reato non riconosciuto in tutti i Paesi Ue. Insieme ai colleghi del Gruppo popolare europeo (Esteban Gonzalez Pons, Teresa Jimenez Becerril Barrio e Anna Maria Corazza Bildt) l'eurodeputata lombarda ha illustrato a Strasburgo le proposte del Gruppo sul reato di stalking e per la protezione delle vittime.

Onorevole, perché ha deciso di impegnarsi a fondo sul tema dello stalking?

"Perché ho provato in prima persona, sulla mia pelle, questo problema e ho potuto capire come si sentono le migliaia di donne vittime di stalking. Ho deciso di portare il tema a Bruxelles perché ci sono gravi mancanze a livello istituzionale, legislativo e di magistratura".

Ha mai temuto per la sua incolumità?

"Assolutamente sì e temo ancora per la mia sicurezza almeno finché il mio stalker sarà in libertà, viste soprattutto le dichiarazioni che ha fatto. Come politico ho certamente una notorietà maggiore rispetto ai privati cittadini e questo mi espone molto di più. La mia agenda é pubblica e chiunque puó sapere dove mi troverò. Oggi sto molto più attenta, ma come ogni donna vittima di stalking mi sento privata della mia libertà di movimento e anche di fare politica, di incontrare le persone che mi sostengono serenamente".

Le donne vittime di stalking oggi sono sufficientemente tutelate in Italia e in Europa?

"Purtroppo direi di no. Sebbene in Italia il reato di stalking sia stato introdotto con una legge ad hoc del 2009, in Europa invece solo 21 Stati membri su 28 hanno provveduto ad integrare questo reato nei loro codici penali, mentre invece Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia e Lituania stentano ancora a riconoscerlo con gravi ripercussioni sulla tutela delle vittime".

C'é ancora una sottovalutazione di questo reato?

"Sottovalutazione e mancanza forse di consapevolezza della sua pericolosità. Infatti non esistono dati o statistiche aggiornate e sistematiche a livello europeo in merito alla diffusione di questo reato, questo perché viene ancora preso sottogamba o forse considerato come un reato minore, quindi non degno di essere preso in considerazione".

Come mai secondo lei?

"Spesso si tende a confondere tale reato con quello di molestia (harassment) ma non sono la stessa cosa. Infatti, a differenza di quest’ultimo, lo stalking include tutti quei comportamenti invasivi e reiterati di minaccia tali da provocare nella vittima sia uno stato di insicurezza traducibile in ansia e timore per la propria incolumità, sia la necessità, in un’ottica di difesa, di alterare le proprie abitudini di vita. Tali comportamenti, come purtroppo ci insegna la cronaca quotidiana, possono anche degenerare in ulteriori e più gravi delitti, quali lesioni personali o omicidio".

Stalking che oggi passa anche attraverso la Rete e i social...

"La rivoluzione tecnologica ha favorito, in assenza di restrizioni e di limiti imposti da barriere fisiche, l’emergere di nuovi e peculiari reati come i 'cyber crimes' tra i quali il 'cyberstalking'. Accade quindi che lo stalker, forte della possibilità di creare un’identità virtuale, agendo nell’anonimato, può introdursi e controllare la vittima, intimidirla, minacciarla e molestarla. Inoltre, fattore altrettanto importante è il suo carattere transfrontaliero, ovvero lo stalker può agire indisturbato, soprattutto in quei Paesi che non considerano lo stalking un reato, e seguire la sua vittima quando questa decide di spostarsi temporaneamente, per esempio per un viaggio, o permanentemente in un altro Stato membro".

Che cos'é l'Ordine di Protezione europeo?

"La direttiva 2011/99/UE sull'ordine di protezione europeo si basa sull'articolo 82, paragrafo 1, TFUE, relativo alla cooperazione giudiziaria in materia penale ed è entrata in vigore l'11 gennaio 2011. Tale strumento si fonda sul principio del riconoscimento reciproco, che implica che gli ordini di protezione emessi in uno Stato membro devono essere riconosciuti ed eseguiti in un altro Stato membro. Tra le principali sfide legate all'applicazione dello strumento in esame figura quella di garantire che la protezione delle vittime non sia ostacolata dalla disparità delle misure nazionali".

Funziona?

"A distanza di anni è stato constatato come il suo utilizzo sia stato totalmente insufficiente malgrado l’utilità di tale strumento giuridico. Infatti, ad oggi sono stati individuati solo sette OPE".

Ad oggi ci sono norme sovranazionali che tutelano le donne vittime di stalking?

"La piaga della violenza basata sul genere continua ad essere al centro dell’attenzione internazionale purtroppo ormai da diversi decenni. Certamente molti sono i progressi che sono stati realizzati soprattutto a livello di Unione europea, attraverso l’adozione di disposizioni legislative per prevenire questa pericolosa condotta, perseguire gli autori e proteggere le vittime e le persone a rischio fornendo loro servizi adeguati. Mi riferisco, ad esempio, all’Ordine di Protezione Europeo, alla cosiddetta 'Direttiva vittime' ed alla Convezione di Istanbul".

Che cos'é la Convezione di Istanbul?

"E' il primo strumento in Europa con il quale sono state fissate norme giuridicamente vincolanti per prevenire, proteggere e punire questa condotta criminale ma è anche il primo ad inserire tra i vari reati quello relativo agli atti persecutori, comunemente conosciuto come stalking. Malgrado questi passi in avanti per dare risposte concrete rimane il fatto che il limite per l’applicazione di tali strumenti giuridici è la mancanza da parte di alcuni Stati membri di riconoscere lo stalking come un reato".

Che cosa ci vorrebbe per migliorare la situazione?

"Innanzitutto, bisognerebbe esortare quelli Stati membri, ancora restii, ad introdurre tale reato nel loro codice penale e altresì persuadere gli Stati che ancora non hanno ratificato la Convenzione di Istanbul a farlo quanto prima".

C'é dell'altro?

"Ci sarebbero una serie di azioni da compiere, quali ad esempio delineare una definizione comune a livello europeo di cos’è lo stalking, magari attraverso una specifica proposta legislativa. Avviare una intensa attività di sensibilizzazione e di informazione, ma soprattutto, di raccolta di dati per quantificare il numero delle persone coinvolte e delle vittime di questo odioso fenomeno criminale. Ma anche procedere all’inserimento del reato di stalking all’interno delle 32 categorie di reati perseguibili dal Mandato di Arresto Europeo, accanto alle fattispecie costituite dall’omicidio volontario e dalle lesioni personali gravi".

Tags:
stalking





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