Taglio parlamentari, l'Italia scende dal podio Ue per numero di poltrone
Deputati e senatori restano pochi in rapporto alla popolazione in confronto a Paesi europei
RIFORME: ARRIVA LA SFORBICIATA, ITALIA LASCIA 'PODIO' UE PER NUMERO PARLAMENTARI
E' attesa per queste ore la votazione finale, e definitiva in quarta lettura, della riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero di deputati e senatori, rispettivamente a 400 e 200 componenti. Una svolta storica, tenuto anche conto del fatto che attualmente con 630 deputati e 321 senatori (compresi quelli a vita) per complessive 951 unità, l'Italia è il secondo Paese dell'Unione Europea con il maggior numero di parlamentari (terzo, se si considerano alcune peculiarità tedesche), preceduto soltanto dalla Gran Bretagna, che ne ha 1.442. Un altro dato, tuttavia, è quello dell'incidenza in rapporto alla popolazione, che in realtà è tra le più basse d'Europa, con un deputato e 0,5 senatori su 100mila abitanti. Secondo i dossier realizzati per i lavori della riforma, nella graduatoria, seguono Francia (925), Germania (778), Spagna (616), Polonia (560), Romania (465), Svezia (349), Grecia (300 con sistema monocamerale), Repubblica Ceca (281), Austria (244), Bulgaria (240) e Portogallo (230), entrambe con un'unica Camera, Olanda 225, Irlanda 218, Belgio 210. Vengono quindi una serie di Paesi che non hanno la Camera alta: Finlandia (200), Ungheria (199), Danimarca (179), Croazia (151), Slovacchia (150), Lituania (141), con l'interruzione della Slovenia (130 con bicameralismo), seguiti da Estonia (101), Lettonia (100), Malta (68), Lussemburgo (60), Cipro 56. In quest'ultimo caso occorre segnalare che si tratta degli eletti della comunità greco-cipriota, mentre restano vacanti i restanti 24 seggi che la Costituzione assegna alla componente turco-cipriota, ma che non partecipa alle elezioni.
CON IL TAGLIO PARLAMENTARI, ITALIA AL 5° POSTO PER NUMERO DI POLTRONE IN UE
Con la riforma l'Italia con 600 parlamentari scende al 5° posto. Va poi segnalata un'altra peculiarità. In Germania infatti è previsto nel Bundestag un numero minimo di componenti, 598, cui possono aggiungersi i cosiddetti seggi soprannumerari e quelli compensativi, tanto che dopo le elezioni del 2017 si è arrivati ad un'aggiunta di 111 membri, tra soprannumerari (46) e compensativi (65), arrivando così complessivamente a 709 membri. Scendendo più nel particolare, può essere analizzata la composizione di ciascuna Assemblea parlamentare, analizzando anche il rapporto con la popolazione. Così guardando alle Camere basse, se è vero che la Germania guida la classifica, con 709 deputati, è anche vero che rispetto agli 82 milioni 850mila abitanti c'è un rappresentante ogni 116.855 cittadini, con un'incidenza dello 0,9 su 100.000, la seconda più bassa dell'Unione. Leggermente superiore a quella di Gran Bretagna e Italia, pari a 1, seconde e terze in graduatoria, con, rispettivamente, 650 e 630 membri, ma la stessa della Francia (577 membri). Seguono poi la Polonia (460 incidenza 1,2) e la Spagna, che con 350 componenti può vantare l'incidenza più bassa dell'Unione su 100.000 abitanti, pari allo 0,8. Un primato che con questa riforma sarà conquistato dall'Italia, che con 400 deputati scenderebbe al sesto posto assoluto con un'incidenza su 100.000 abitanti dello 0,7. Tornando alla classifica, seguono Paesi con un minor numero di deputati ma con incidenze elevate: Svezia 349 3,4; Romania 329 1,7; Grecia 300 2,8; Bulgaria 240 3,4; Portogallo 230 2,2; Finlandia 200 3,6; Repubblica Ceca 200 1,9; Ungheria 199 2; Austria 183 2,1; Danimarca 179 3,1; Irlanda 158 3,3; Croazia 151 3,7; Belgio 150 1,3; Olanda 150 0,9, Slovacchia 150 2,8; Lituania 141 5; Estonia 101 7,7; Lettonia 100 5,2; Slovenia 90 4,4; Malta 68 14,3 (l'incidenza più alta); Lussemburgo 60 con incidenza 10; Cipro 56 6,5.
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