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Affari Europei
Tajani interviene al Vertice Unione africana-Ue

Si é tenuto il 29 e 30 novembre, nella citta' ivoriana meridionale di Abidjan, il quinto summit tra l'Unione Africana e l'Unione europea. Al vertice sono stati presenti, tra gli altri, anche il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, oltre al presidente del parlamento europeo Antonio Tajani.

Questo il testo del discorso pronunciato dal presidente del Parlamento Europeo Tajani al Quinto Vertice Ue-Oa di Abijan. Innanzitutto, desidero ringraziare il Presidente Ouattara per averci ospitati qui, in Costa d'Avorio, in occasione di questo quinto vertice Unione africana-Unione europea. Questo appuntamento cade in un momento molto importante. Chiude un anno ricco di eventi riguardanti l'Africa, iniziato con il vertice Francia-Africa tenutosi a Bamako, cui e' seguito il Forum economico mondiale sull'Africa a Durban, passando inoltre dalle giornate europee dello sviluppo a Bruxelles e il partenariato per l'Africa del G20 a Berlino. Ed eccoci, oggi, riuniti ad Abidjan. L'evento odierno segna, finalmente, una presa di coscienza collettiva in merito all'importanza del nostro partenariato. Adesso, occorre passare dalle parole ai fatti. Questo vertice deve esserne il garante. Sono i cittadini dell'Europa e dell'Africa a chiedercelo.

La settimana scorsa, il Parlamento europeo ha organizzato un'intera "Settimana Africana" di lavori parlamentari, che e' culminata con una Conferenza di alto livello sulla necessita' di rinnovare il partenariato Ue-Africa. Come dico spesso, occorre guardare all'Africa attraverso lenti africane, non europee. Per questo, all'evento, erano presenti numerose delegazioni africane, a cominciare dalla Repubblica Centrafricana - ringrazio nuovamente il Presidente Touade'ra per la sua partecipazione. Ma anche delegazioni del Mali - grazie Presidente Keita, per aver inviato due Suoi ministri - della Nigeria, della Tunisia, del Marocco, e molte altre ancora. Erano altresi' presenti i diversi organi dell'Unione africana, ad iniziare dal mio collega, il Presidente del Parlamento Panafricano. Il Parlamento europeo, come istituzione direttamente eletta dai cittadini, dimostra un interesse reale e sincero per le relazioni tra i nostri due continenti. Direi di piu': si tratta di un'assoluta necessita'. Siamo legati da storia, geografia, valori e lingue comuni.

Tuttavia, se non coltiviamo questo vantaggio, giorno per giorno, esso rischia di essere relegato in secondo piano. Oltre ai nostri legami, siamo uniti, soprattutto, da sfide e interessi comuni. Non dimentichiamo che, insieme, rappresentiamo piu' di un terzo dei Paesi del mondo. Insieme, nei diversi consessi multilaterali - alle Nazioni Unite e all'Organizzazione mondiale del commercio - possiamo definire posizioni comuni e ottenere importanti risultati congiunti, come abbiamo gia' fatto, del resto, in occasione dell'accordo di Parigi sul clima. In questo risiedono la nostra forza e il nostro interesse strategico, che devono avvicinarci e unirci ulteriormente. Ripeto: abbiamo sfide e interessi comuni. Ne citero' quattro: gestione dei flussi migratori, lotta al terrorismo, cambiamento climatico, crescita e occupazione. Su questi quattro aspetti occorre agire ora, e subito, prima che sia troppo tardi. Questa volta ci confrontiamo, infatti, con la grande emergenza del boom demografico africano: 1 miliardo di persone oggi, che diventeranno 2,5 miliardi entro il 2050 e circa 4,4 miliardi da qui al 2100. Ne consegue il tema centrale di questo vertice: i giovani. In un futuro molto vicino, l'Africa, per effetto di tale esplosione demografica, dovra' creare diversi milioni di posti di lavoro, per assorbire coloro che entreranno nel mercato del lavoro.

A questi giovani dobbiamo dare risposte concrete: sbocchi occupazionali e condizioni di vita dignitose. In poche parole, dobbiamo offrirgli speranza. Pe riuscirci, dobbiamo cambiare il nostro approccio, che non deve piu' basarsi esclusivamente sull'aiuto allo sviluppo, bensi' su un partenariato, da pari a pari; con investimenti di vasta portata, per un reale sviluppo del continente. Serve un approccio centrato sulle persone, sull'economia reale, sulle PMI, sugli imprenditori. Abbiamo, quindi, il dovere di essere ambiziosi. Per questo continuo a ripetere che occorre un vero "piano Marshall" per l'Africa, di un importo di 40 miliardi di euro. In Africa esiste un potenziale inutilizzato. Grandi possibilita', in diversi settori. Si pensi alla digitalizzazione o all'agricoltura e allo sviluppo rurale. Tutto cio' richiede formazione e istruzione di qualita', anche per formare la futura classe dirigente. Gli scambi universitari, la migrazione legale e la mobilita' devono, pertanto, essere un motore di sviluppo.

Dobbiamo facilitare gli scambi nell'istruzione superiore, sostenere le borse di mobilita' attraverso Erasmus+, nonche' estendere i programmi di scambio per i giovani imprenditori. Si tratta di uno sforzo comune, da parte delle istituzioni europee e africane - da parte nostra - ma anche da parte degli Stati membri, quindi da parte vostra. Accolgo con favore, a tale proposito, le iniziative della Cancelliera Merkel e della Presidenza tedesca del G20, di Paolo Gentiloni e della Presidenza italiana del G7 e del Presidente Macron, in particolare, per quanto riguarda il Sahel. Si tratta di una regione fondamentale di cui occorre evitare la caduta, con ogni mezzo. Una tale caduta, infatti, destabilizzerebbe l'Africa intera, con ricadute e rischi terribili per i nostri due continenti. Proprio il Sahel ci dimostra che e' necessario adottare un approccio olistico. Le imprese, gli scambi e gli investimenti possono prosperare, creare posti di lavoro e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva, soltanto in un contesto di pace, sicurezza, stabilita', rispetto dei diritti umani e buona governance. Il compito che ci attende e' gigantesco. Permettetemi, quindi, di concludere con un appello. I nostri vertici si tengono ogni tre anni, troppo di rado a mio avviso per un partenariato privilegiato. Devono essere piu' regolari e frequenti. Propongo pertanto di riunirci ogni due anni, ma soprattutto, tra un vertice e l'altro, propongo di organizzare riunioni di verifica e di attuazione, a diverso livello, coinvolgendo societa' civile, giovani e soggetti economici, poiche' sono loro che daranno voce e concretezza alle nostre ambizioni.

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