Terrorismo, Bruxelles avverte; "L'Isis puó usare armi chimiche e autobomba"
Secondo l'Ue l'Isis potrebbe cambiare le tipologie di attacco in Europa passando all'uso di autobomba e armi chimiche
L'organizzazione terroristica nota come Stato Islamico (Isis o Daesh secondo l'acronimo arabo) potrebbe iniziare a colpire con metodi diversi da quelli finora utilizzati per i suoi attacchi. Lo ha detto il coordinatore dell'Ue per la lotta al terrorismo, Gilles De Kerchove, durante un'audizione alla commissione Liberta' civili del Parlamento europeo. "Abbiamo paura che Daesh sviluppi piano piano altri modi di agire - ha spiegato - tra cui autobombe e armi chimiche". De Kerchove ha quindi insistito sulla necessita' di una maggiore collaborazione tra Stati membri: "tra le sfide che vedo - ha sottolineato - c'e' quella della raccolta, della condivisione e dell'analisi delle informazioni".
De Kerchove, livello minaccia in Ue molto elevato
Nei paesi europei il livello di minaccia di attacchi terroristici si conferma "molto alto", a causa della molteplicita' delle possibili origini di tali attacchi. Ci sono "almeno sei ragioni", ha spiegato De Kerchove, per un elevato livello di allerta. L'ampio numero di attentatori, gli attori solitari "che sono diretti o ispirati" dallo Stato islamico, "le persone affette da problemi mentali o che provano a emulare" gli attentatori dell'organizzazione terroristica, ma anche "il legame tra terrorismo e criminalita'", dato che "molti attentatori avevano un passato da criminale", e poi ancora internet e la questione dell'immigrazione. Infatti, ha confermato De Kerchove, "si utilizza il flusso dei migranti per infiltrare combattenti, muniti di documenti falsi".
De Kerchove, Libia prossimo hotspot di attentatori
"La Libia rappresenta un elemento di preoccupazione" per l'antiterrorismo europeo, in quanto e' destinata a diventare il punto di convergenza di tutti gli attuali affiliati dell'organizzazione terroristica nota come Stato Islamico o Daesh secondo l'acronimo arabo. In prospettiva si prevede "l'esodo dei combattenti quando il califfato collassera'". In quel caso, ha spiegato De Kerchove, "non centinaia, ma migliaia di combattenti, si nasconderanno in altri hotspot, e la Libia appare essere uno dei piu' probabili".