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Affari Europei
Trump ci ripensa sulla Brexit: Meglio una Ue unita per contrastare Pechino

Ad Osaka, sede del G20, l'attenzione dei leader delle maggiori economie del mondo é catalizzata dallo scontro tra Stati Uniti e Cina. Scontro che avviene su piú livelli, da quello tecnologico, con la diatriba Huawei, a quello diplomatico e militare. Fino al capitolo piú sensibile per Trump: il commercio estero e la bilancia commerciale Usa sproporzionatamente inclinata verso Pechino.

SCONTRO TRA USA E CINA

I leader dei Paesi del G20 hanno chiesto ai presidenti di Cina e Stati Uniti una soluzione alla disputa commerciale che potrebbe causare nuovi rallentamenti all’economia globale, nel primo giorno di summit del G20 a Osaka, su cui gravano anche i timori per le tensioni con l’Iran. Mentre cresce l’attesa per l’incontro di oggi tra il presidente Usa, Donald Trump, e il presidente cinese, Xi Jinping, ieri i mercati hanno mandato segnali di nervosismo, con le piazze asiatiche tutte con segno meno.

TRUMP DIALOGANTE CON LA CONTROPARTE CINESE

Trump ha voluto precisare di non avere promesso sospensioni alle tariffe alla Cina, in vista dell’incontro con Xi, che, ha commentato senza sbilanciarsi, “come minimo, sarà produttivo”. Risolvere la disputa tariffaria tra Cina e Stati Uniti per evitare un “impatto dannoso” all’economia mondiale è auspicio anche del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ma le divergenze tra Cina e Stati Uniti sono emerse già nel primo giorno di summit.

XI SI PONE COME DIFENSORE DEL LIBERO MERCATO

Pechino, ha detto Xi, non vuole uno sviluppo “a porte chiuse”, ma uno sviluppo integrato di economia digitale e reale. Trump ha, invece, sottolineato l’importanza della sicurezza delle reti 5G, in quello che appare un riferimento al gigante delle telecomunicazioni Huawei, nel mirino di Washington per i timori di spionaggio informatico, e vero nodo da sciogliere nelle tensioni con Pechino.

Il dialogo tra Cina e Stati Uniti appare impostato su due piani diversi: mentre Trump ammorbidisce i toni, parlando di “grandi accordi” nel commercio con India e Giappone, e descrivendo la cancelliera tedesca Angela Merkel come una “donna fantastica” e “una grande amica”, Xi ha fatto ricorso a un linguaggio forte contro i rischi del protezionismo e dell’unilateralismo, fonti di “grande preoccupazione” a livello internazionale.

Il presidente cinese ha puntato il dito contro i Paesi sviluppati, accusandoli di mettere in atto pratiche protezionistiche che stanno “distruggendo l’ordine del commercio globale” gettando un ombra anche “sulla pace e la stabilità globale”, in quello che appare un chiaro riferimento agli Stati Uniti.

LA BREXIT E L'EUROPA UNITA

Nello scontro tra Cina e Stati Uniti le faccende europee sembrano quasi passare in secondo piano, anche se in Gran Bretagna il governo é alle prese con la scelta del nuovo leader dei Tory e con la Brexit. Ebbene, se Trump é sempre stato fortemente favorevole all'uscita del Regno Unito dalla Ue, le cose sembrano essere cambiate. L'ambasciatore Usa presso l'Unione europea, Gordon Sondland, ha infatti sottolineato come una Unione europea unita sarebbe un alleato strategico nel contrasto alla Cina.

Nel vecchio Continente infatti i Paesi si stanno muovendo in ordine sparso. Se la Gran Bretagna sembra aver seguito l'alleato sulla strada del cordone sanitario intorno a Pechino, l'Italia ha invece firmato il memorandum d'intesa con il Gigante asiatico. Mentre Francia e Germania continuano a collaborare con Xi Jinping pur guardandosi le spalle. Insomma, non é detto che dopo la nomina di Boris Johnson a leader dei Tory e poi a premier, il presidente Trump non faccia una telefonata per cercare di mediare tra Londra e Bruxelles.

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