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Affari Europei
Trump presidente Usa, cosa cambia per l'Ue. Niente Ttip e Russia più forte

Alla fine è successo. Lo scenario che tutti temevano e che nessuno si aspettava si è concretizzato. Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Il coro di voci contrarie che si era levato praticamente da tutte le cancellerie governative dei paesi europei non è servito, anzi. Come era successo per il referendum sulla Brexit, il voto degli elettori è andato nella direzione esattamente opposta. E ora per l'Unione europea e i rapporti con gli Stati Uniti, cambia tutto. Ecco in che modo.

Punto di domanda per Bruxelles

Hillary Clinton rappresentava l'usato garantito per Bruxelles. La sua elezione avrebbe garantito continuità nei rapporti e poche sorprese da tutti i punti di vista. La sua politica estera sarebbe sostanzialmente stata quella di Barack Obama, di cui in fondo è stata anche Segretario di Stato durante il primo mandato. Donald Trump invece è un enorme punto di domanda. Le uscite anti europee di Trump sono innumerevoli e in diversi paesi sono spaventati perché non si sa che cosa aspettarsi dal miliardario prossimo inquilino della Casa Bianca.

Addio Ttip e via libera al protezionismo. Guerra economica alla Cina

La Clinton è una sostenitrice del Titp, il trattato transatlantico di libero scambio, fortemente voluto da Obama e Juncker, ma che è finito nel mirino di quanti in Europa ritengono che possa aprire le porte della nostra economia alle mega multinazionali a stelle e strisce. In questo senso saranno contenti quelli che erano contrari al Ttip. Dal punto di vista economico, infatti, la ricetta di Trump è simile a quella di molti partiti definiti euroscettici e populisti europei. Innalzare barriere doganali, privilegiare i prodotti Usa e i posti di lavoro americani. Bloccare in tutti i modi l'immigrazione, soprattutto dal Messico. Andare allo scontro con la Cina sulle regole del gioco globale del commercio. Per l'Europa questo significa addio Ttip, ma potrebbe anche voler dire riacquistare un rapporto privilegiato con l'America rispetto all'Asia. Inoltre Trump avrebbe come obiettivo primario normalizzare i rapporti con Mosca e su questo l'Europa si potrebbe avvantaggiare dal punto di vista commerciale.

Nato meno impegnata e ombra russa

Negli scorsi mesi la Nato di fatto ha di fatto avviato una rimilitarizzazione del confine est europeo (pochi militari, tanta tecnologia) a cui Mosca risponde a tono. Di mezzo ci sono le sanzioni Ue e Usa dopo l'invasione della Crimea (con relativi effetti economici disastrosi per alcuni settori produttivi europei) e il nodo dell'Ucraina. Ecco, se con la Clinton la Nato avrebbe proseguito a ricevere nuovo slancio, con Trump cambia tutto. Al tycoon non interessa impegnarsi in Est Europa. Anzi. I suoi buoni rapporti con Mosca potrebbero lasciare pericolosi spazi di manovra a Putin nella zona del Baltico e della sfera degli ex paesi sovietici. E su questo punto diversi paesi europei, soprattutto della zona Visegrad o scandinavi, hanno forti preoccupazioni.

Massiccia azione anti Islam ma più spese militari dall'Ue

Trump ha più volte definito gli europei "scrocconi" dal punto di vista militare. Questo significa che Washington chiederà ai paesi Ue un netto aumento nelle spese militari. O i Ventotto mettono mano al portafogli o Washington disimpegnerà le sue forze dall'Europa dell'Est. Anche perché per Trump Mosca non é affatto un problema, anzi. Sembra che il candidato repubblicano vada più d'accordo con Putin di quanto non faccia con la maggior parte dei leader europei. Trump, infatti, vede come unico nemico l'Islam. Il tycoon vorrebbe modificare lo statuto della Nato trasformando il patto atlantico in uno strumento di lotta al terrorismo islamico, il vero nemico dell'Occidente.

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