Ue sempre più divisa tra Ovest ed Est: Ungheria e Polonia contro Bruxelles
Scontro sempre più aperto tra Ovest ed Est in Europa. Svolta autoritaria di Ungheria e Polonia, Bruxelles studia le contromosse
Polonia e Ungheria, scontro aperto con l'Ue
"I soldi europei dovrebbero essere usati per sollevare le nostre economie nazionali e per aiutare i nostri cittadini, non per finire nelle tasche della famiglia del signor Orban o per finanziare uno stadio di calcio nel suo collegio elettorale, non è cosi che si spendono i soldi europei". Parola e firma di Guy Verhofstadt durante la plenaria di questa settimana in cui è stato presentato il piano di programmazione di bilancio europeo 2021-2027. Parole che sono il manifesto dello scontro ormai sempre più aperto in atto tra Bruxelles e alcuni paesi che fanno parte dell'Ue.
Divisione tra Est e Ovest sempre più netta
La divisione tra Ovest ed Est appare sempre più evidente. Le elezioni in Ungheria con la vittoria fragorosa di Viktor Orban, sempre più vicino a Vladimir Putin e sempre più lontano dall'Europa, erano state il primo inquietante segnale. Ora però anche la Polonia è entrata prepotentemente nel radar dell'Ue, con le pesanti modifiche alla Costituzione in cantiere. Modifiche che, ancora una volta, darebbero una svolta autoritaria e repressiva a un paese che invece era stato un interessante cardine di ripresa negli ultimi anni.
Bilancio Ue, Commissione: "Stop fondi per chi viola lo Stato di diritto"
Niente trasferimenti ai paesi Ue che violano lo regole democratiche: la Commissione propone di introdurre un nuovo meccanismo nell'ambito del prossimo bilancio dell'Unione Europea per sospendere i finanziamenti comunitari dei paesi che violano lo Stato di diritto. Secondo l'esecutivo comunitario, il rispetto dello Stato di diritto "è presupposto essenziale di una sana gestione finanziaria e dell'efficacia dei finanziamenti Ue", si legge nella proposta della Commissione. Secondo il nuovo meccanismo, la Commissione potrebbe "sospendere, ridurre o restringere l'accesso ai finanziamenti dell'Ue in modo proporzionale alla natura, alla gravità e alla portata delle carenze relative allo Stato di diritto" rilevate in uno Stato membro. Il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker ha detto che si tratta di una misura "erga omnes, non contro nessuno stato in particolare", ma la proposta appare come una minaccia nei confronti di alcuni paesi dell'Est - come Polonia e Ungheria - accusati di non rispettare lo Stato di diritto. Solo una maggioranza qualificata di governi potrebbe respingere la richiesta della Commissione di tagliare i fondi Ue ai paesi che violano lo Stato di diritto. Su tutto ciò resta Putin sull fondo, convitato di pietra che attrae sempre più verso Est la parte orientale dell'Europa.