Usa e Russia, ormai é guerra (digitale). Il nodo delle reti europee
Il Pentagono ha dato il via libera ai suoi hacker di colpire i nemici degli Usa, rischiando una escalation. E l'Europa si trova in mezzo
IL PENTAGONO SGUINZAGLIA I SUOI HACKER
Nei giorni scorsi il Pentagono ha elevato lo status del Cyber Command a comando unificato di combattimento. Una decisione che potrebbe passare inosservata, ma che per gli addetti ai lavori significa rischio di una guerra digitale tra gli Stati Uniti e le altre grandi superpotenze.
OPERAZIONI DIGITALI AL DI FUORI DEI CONFINI USA
Il Cyber Command é una struttura che é stata ideata per contrastare gli attacchi cybernetici alle reti statali portati avanti da hacker, spesso prezzolati da governi stranieri. Fino ad oggi le attività del commando erano prettamente difensive, ma oggi le cose sono cambiate e gli uomini del Pentagono dietro ad una tastiera oggi possono condurre attacchi al di fuori degli Usa, con il rischio di dare vita ad una escalation.
RISCHIO ESCALATION
Negli scorsi mesi il Pentagono ha silenziosamente aumentato i poteri del Cyber Command per consentirgli un approccio piu' aggressivo e offensivo, riferisce il New York Times sostenendo che il cambio di strategia potrebbe portare a una escalation con altre potenze che sponsorizzano gruppi di hacker statali.
IL NODO DELLE RETI EUROPEE
Il Cyber Command é andato all'attacco in poche occasioni fino ad ora e solo per disarticolare le attività online di terroristi e dell'ISIS. Ma il Pentagono ha modificato lo status del Cyber Command a comando unificato di combattimento, rendendolo una delle dieci strutture militari autorizzate a fare missioni all'estero. Tutto ció, scrive il New York Times sulla base dell'accesso a documenti e fonti riservate, ha aperto la strada a attacchi quotidiani in reti straniere, con l'obiettivo di disabilitare cyberarmi altrui prima che possano essere utilizzate. Si tratta di una strategia che solleva anche una serie di rischi. Oltre alla possibilità di produrre una escalation cyber con avversari come Russia, Cina e Corea del Nord, non e' chiaro come queste azioni sfruttino anche reti di nazioni amiche per arrivare ai target finali. Ad esempio quelle europee.