Vertice tra Merkel, Hollande e Juncker. Renzi rischia l'isolamento
Merkel, Hollande e Juncker si vedono a Berlino, senza Renzi. Per il premier italiano il rischio é quello di rimanere isolato
All'inizio ci fu il vertice di Ventotene, in cui Merkel, Hollande e Renzi si presentarono uniti davanti alle telecamere dal ponte della portaerei Garibaldi. Poi Renzi partecipò, insieme ad Hollande, al vertice dei Paesi mediterranei, ad Atene (padrone di casa Alexis Tsipras). Pochi giorni dopo il leader del Pd accolse la Cancelliera tedesca a Maranello, con tanto di 'photo opportunity' davanti alle Ferrari. Sembrava che il premier italiano fosse riuscito nell'intento di accreditarsi presso Parigi e Berlino, inserendosi nell'asse storico tra Francia e Germania. E allo stesso tempo mettersi alla guida dei Paesi mediterranei, sfruttando la debolezza di Hollande.
Da Bratislava inizia il declino europeo di Renzi
Poi ci fu il vertice di Bratislava, in cui il Presidente francese e la Cancelliera tedesca diedero una conferenza stampa da soli, affrontando vari temi, ma senza toccare la questione dei migranti e la flessibilità, due dei capisaldi del premier italiano. Da lí le dichiarazioni di fuco di Renzi contro la cecità dell'auterity Ue e la mancanza di solidarietà in Europa. Il colpo di grazia alle aspirazioni di Roma arriva con una nota asettica della Commissione europea in cui si annuncia che Hollande, Merkel e Juncker si incontreranno a Berlino mercoledì prossimo per affrontare le sfide che l'Europa ha davanti.
Berlino non si fida dell'economia italiana
Nessun invito per Matteo Renzi. Ma che cosa é successo? Le questioni sono almeno due: una economica, l'altra politica. L'Italia ha un debito pubblico mostruoso, sopra il 130% del Pil e ogni anno continua a fare deficit (pur rispettando formalmente i vincoli del Patto di stabilità). In Germania l'Italia é guardata con sospetto perché dopo l'abbrivio iniziale l'esecutivo sembra aver perso la capacità di fare le riforme e le continue richieste di flessibilità avanzate da Renzi danno l'impressione che l'Italia stia cercando di calmare le acque interne facendo altro debito pubblico. L'Italia viene percepita dunque come una bomba ad orologeria: che cosa succederá tra un anno o due quando i tassi di interesse torneranno a salire?
Berlino non vuole rompere l'asse con Parigi
C'é poi una questione prettamente politica. É vero, Matteo Renzi é alla guida del partito di sinistra piú forte d'Europa. E' un governo stabile, nonostante tutto, e soprattutto lo é se si guarda agli altri Paesi come alla Spagna, al Portogallo o alla Grecia. Questo Merkel lo sa bene e sa anche che Hollande é in crisi e che Renzi é l'unico interlocutore possibile sul tema dei migranti. L'economia francese arranca, il deficit ha sfondato quota 3% (passibile di sanzioni Ue) e il debito pubblico, seppure minore di quello italiano, sale. Le elezioni si avvicinano e Marine Le Pen potrebbe riuscire nel colpaccio di sedersi all'Eliseo. Ma nonostante questo Berlino non ha alcuna intenzione di rottamare la relazione speciale con Parigi, relazione che ha sorretto l'Unione europea negli ultimi settant'anni. Ed é per questo che Renzi no puó aspirare che essere sempre secondo dietro Parigi.