Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Brexit e banche, Merkel avverte l’Italia

"Non si cambiano le regole ogni due anni"

conferenza Holland Merkel Renzi (13)

Il voto sulla Brexit divide Bruxelles. Il nodo è quello delle banche. E la Germania, stando a quanto riporta Bloomberg citando una persona a conoscenza della posizione del governo tedesco, è assolutamente contraria a ogni tentativo di proteggere gli investitori privati delle banche dalle perdite nel caso in cui l’Italia intenderà proseguire nel piano allo studio per la ricapitalizzazione degli istituti di credito. «Credo che sia stata concessa una certa flessibilità a certi Paesi per favorire la crescita. Guardando soprattutto all’Italia -ha detto la Cancelliera Angela Merkel rispondendo a una domanda sulla eventualità di concedere una maggiore flessibilità ad alcuni Paesi e cambiare le regole sul settore bancario in Italia come conseguenza della Brexit - posso dire che abbiamo adottato diverse soluzioni, ma non possiamo ridiscutere ogni due anni le regole del settore bancario».

«L’Italia non chiede di non rispettare le regole, l’ultima a non rispettarle fu la Germania nel 2003 perché Berlusconi, che è un uomo molto generoso, gliel’ha consentito», replica a stretto giro il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa dopo la riunione informale a 27 del Consiglio europeo sulla Brexit. Per quanto riguarda il settore bancario, Renzi sottolinea che la questione «non è all’ordine del giorno perché non c’è nessuna previsione di modifica delle regole esistenti». Certo, in passato poteva essere presa in considerazione l’ipotesi: «La Germania - ricorda Renzi - ha messo 247mld euro per salvare le proprie banche», ma i premier italiani, da Monti a Letta, «pur potendo, non lo hanno fatto». Ma oggi non c’è alcun rischio: «In questa situazione noi siamo nelle condizioni di proteggere i denari dei correntisti e dei cittadini. Non c’è rischio per il contribuente e per il cittadino», insiste Renzi. «Questo tema non è all’ordine del giorno, l’atteggiamento tipico di fronte alla Brexit è pensare alle ricadute per l’Italia, ma noi - ha aggiunto - vogliamo cambiare le regole politiche del gioco in Ue, non le regole bancarie, vogliamo parlare di asili nido, cultura e innovazione e non solo di burocrati e finanzieri».

Al netto del contrasto a distanza tra il premier italiano e quello tedesco, resta comunque il tema dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, «una situazione grave», come sottolinea Merkel, e dei passaggi necessari a portarla a termine. «È la prima volta che uno Stato membro decide di partire, e non ci facciamo nessuna illusione, questo è un compito abbastanza diverso dal punto di vista qualitativo» rispetto alla risoluzione delle altre crisi affrontate finora dall’Ue, sottolinea la Cancelliera. Ma in base alla prima analisi non ci sarà bisogno di fare modifiche specifiche ai Trattati: «Possiamo lavorare sulla base dei Trattati attuali, anche se dobbiamo ottimizzarli» per ridisegnare il futuro dell’Ue per i 27 che restano dopo la Brexit. Quali saranno i passaggi? «Spetterà alla Commissione europea negoziare e guardare ai dettagli» dell’accordo di uscita della Gran Bretagna dall’Ue, «con la guida del Consiglio» e con il coinvolgimento dell’Europarlamento, ha spiegato Merkel. «Quando sarà stato negoziato il testo di uscita, il Parlamento dovrà approvarlo». L’ultima ratifica sarà quella del Consiglio a maggioranza qualificata.


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