Irrompe sulla crisi di governo il caso Mps. Dopo il no della Bce al rinvio al 20 gennaio dell'obbligo di ricapitalizzazione che avrebbe aperto le porte ai capitali privati (e in particolare, al fondo del Qatar), ora, fattisi stretti i tempi e con la scadenza tassativa del 31 dicembre, non resta che la nazionalizzazione, ossia il salvataggio pubblico con il Ministero dell'Economia che diventa il primo azionista.
Inevitabile, data l'urgenza, il decreto legge, che dovrebbe arrivare nel week-end. Dopo aver privatizzato le banche si torna dunque agli anni '80 e alle banche pubbliche.
Ci sono colpe antiche per questo cammino all'indietro secondo il passo del gambero. ci sono responsabilità di tutti i partiti politici, PD in primis che è stato per decenni, attraverso i suoi antenati Pci e Pds, magna pars nel controllo della più antica banca italiana (e il redivivo D'Alema, ovviamente, si distrae, sul punto). E anche Matteo Renzi ci ha messo del suo.
Ma ora una domanda si impone: può un governo dimissionario assumersi la responsabilità di spendere qualche milione di soldi pubblici per effettuare un provvedimento straordinario come la nazionalizzazione di una grande banca?
La politica, come sempre quando non gli conviene, farà finta di non capire e continuerà nei suoi rituali classici delle crisi di governo. Mentre la patata bollente finirà nelle mani del dottor Padoan, ministro uscente dell'Economia, che passerà alla storia proprio sul finire del suo mandato. Così vanno le cose in Italia, Paese alle vongole, dove, da sempre la situazione è grave ma non seria.
P.S. ultim'ora dell'agenzia Agi
Crisi:Mps accelera soluzione: ipotesi Gentiloni compatta PD.
...Il governo doveva risolvere la crisi Mps, in realtà Mps risolve la crisi di governo...È l'Italia, bellezza e tu non ci puoi far niente (-:))))))