L'Italia in un cul de sac, il cerino in mano a Mattarella

Di Angelo Maria Perrino

Matteo Renzi esce di scena a testa alta,avendo perso una battaglia ma probabilmente non la guerra. Nonostante i suoi errori, molte  carte sono ancora nelle sue mani, anche se con le sue dimissioni si apre una crisi al buio di difficilissima soluzione. Il cerino acceso passa nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si ritrova una brutta gatta da pelare. Elezioni subito? Impossibile, manca la legge elettorale. Un governo di scopo? Con quale maggioranza politica, visti i venti di guerra e le ipotesi di scissione nel Pd, che è l'azionista di maggioranza della maggioranza? Pescare idee e soluzioni tra i vincenti del No? Impossibile, non hanno un leader, né un programma e quasi nulla in comune,stanno già' litigando. L'Italia si è infilata in un cul de sac, in un empasse politico parlamentare apparentemente insormontabile,lo stesso che si verificò quando fu necessario richiamare Giorgio Napolitano al Quirinale per mancanza dei voti necessari a eleggere un nuovo presidente della Repubblica.

Non sarà facile sbrogliare la matassa, mentre  la speculazione finanziaria potrebbe riprende a colpire l'Italia (anche se la prima reazione della borsa e dello spread non è assolutamente all'insegna del panico) che si ritrova priva della legge di stabilità  e con una serie di debolezze strutturali e di dossier incandescenti aperti. C'è' poco da esultare. Dopo le prime reazioni festanti e i boati a destra e sinistra, i partiti, tutti, divisi, autoreferenziali e incapaci di dare al Paese un governo,si accorgeranno di aver combinato un bel disastro. E c'è il rischio che a decidere, al di là delle dichiarazioni tronfie e alle esibizioni muscolari del giorno dopo, sarà ancora una volta il famigerato spread. Speriamo senza un nuovo Mario Monti...