Maria Elena Boschi sottosegretario alla presidenza del consiglio è la vera, unica notizia del governo Gentiloni,oltre ad Alfano agli Esteri e la nascita di un dicastero per il Mezzogiorno.
Il resto sono dettagli e fotocopie di un governo che, escludendo l'ala Verdini e gli ex montiani di Scelta Civica, mette in conto una grande debolezza numerica e tante fibrillazioni al Senato.
Altro che Luca Lotti, sbolognato allo Sport (come il carneade andreottiano Caiati nel governo Andreotti di fine anni 70)...!
E' la bella e brava Maria Elena a rappresentare la continuità di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. E' lei a prendersi le chiavi del Palazzo e a gestire l'eredità e il patrimonio renziano, insieme con gli asset, i rapporti, le alleanze, i dossier accumulati in questi 1000 giorni di trasferta comune dalla Toscana a Roma. Lei promossa da un ministero senza portafoglio e senza potere a una poltrona pesantissima, crocevia di ogni provvedimento e di ogni scenario. Un ruolo strategico di potere, ma anche di fiducia che in passato è stato di gente del calibro di Giuliano Amato per Bettino Craxi e Gianni Letta per Silvio Berlusconi.
Renzi ripaga così la sua migliore creatura, colei che sul referendum si è renzianamente spesa, senza se e senza ma, rischiando la fine anticipata della carriera politica.
La Boschi ha perso il referendum sulla legge che portava il suo nome, ma ha mostrato, dietro il suo viso dolce e mariano, una grande determinazione e anche una solida competenza tecnica e politica, acquisite con straordinaria rapidità
Avremo dunque un playmaker in gonnella, giovane e cool.
Con la promozione di Marco Minnitti a ministro dell'Interno si è liberata per la Boschi anche la delega ai servizi segreti. Potrà magari togliersi qualche sassolino dalle sue scarpe tacco 12.
Largo ai giovani, sta qui il vero rinnovamento. Ne vedremo delle belle. C'è chi dice che siamo passati dal governo Renzi al governo Boschi.