Leggo su Affaritaliani.it che Urbano Cairo, proprietario del Corriere e de La 7, dunque il più influente degli editori "indipendenti" nel Palazzo, è stato candidato all'Ambrogino d'Oro nientemenoché da Matteo Salvini. Urca... La sorprendente candidatura leghista è stata bocciata dai litigiosi consiglieri comunali di Milano, ma la notizia è un'altra: e cioè che l'ex pubblicitario, già assistente di Silvio Berlusconi poi trasformatosi, novello Giotto che supera il maestro Cimabue, in un editore destinato a divenire più bravo (certo sui ricavi pubblicitari e sul taglio dei costi) e influente del tycoon di Mediaset piace in via Bellerio.
Probabilmente ricambiato, se due più due fa quattro. Dunque avremo una Corriere leghista che sposa il Vangelo di Matteo Salvini abbandonando quello di Matteo Renzi? E a La 7 avremo la Gruber e Formigli, Floris e Mentana con le felpe e gli studi color verde Padania? Vedremo. Certo non è sfuggito agli osservatori attenti quel che ha detto Salvini il giorno dopo la sconfitta di Hillary Clinton: "Avete visto come abbiamo goduto la sera della vittoria di Trump con quelle facce da funerale dei giornalisti e dei commentatori di Rai, Mediaset e Sky tutti filo-Obama". Ma non ha parlato de La 7, Salvini l'ha risparmiata.
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