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L'avvocato del cuore
Perché tanta lentezza sui diritti dei fanciulli? Aiutiamoli a fare da soli

Il 20 novembre è la giornata mondiale per celebrare i diritti dell’infanzia. Bambini e adolescenti sono stati considerati importanti soltanto nel ventesimo secolo. Tanto da meritare la creazione di una Convenzione dedicata a loro. Infatti, il 20 novembre 1989 è stata approvata la Carta internazionale sui diritti dell’infanzia dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Fino a oggi, 194 paesi (l’ultimo ad aderire è stato la Somalia) l’hanno firmata. Gli Stati Uniti sono assenti ingiustificati. Malgrado siano trascorsi trent’anni, non ci sono stati, però, tanti progressi, anche se per centinaia di anni legge e psicologia dell’infanzia sono state quasi inesistenti. Solo nel 1900, negli Stati Uniti sono nati i primi tribunali per i minori. Solo alla fine dell’Ottocento, in Inghilterra, si è regolato l’impiego dei bambini nelle miniere.

Nel 2000, finalmente, la Carta di Nizza ha affermato la preminenza dei diritti dei fanciulli su quelli degli adulti. Nel 2003 (Reg. UE) si è cancellata la denominazione di potestà genitoriale a favore di quella attuale, e più adeguata, di responsabilità genitoriale. In Italia, nel 2006 è diventata legge.

Ma solo nel 2012 sono state equiparate le condizioni di figli legittimi e figli naturali. Anche da poco, nel 2017, è la legge generale sulla prevenzione e la sanzione del fenomeno del cyber-bullismo. Perché tanta lentezza sui diritti dei fanciulli? Quando nasce un bambino, tutti sorridono e sembrano felici, forse perché improvvisamente pensano di poter credere all’amore; forse perché riflettono sul mistero della vita e percepiscono di coglierlo. Alcuni vedono solo la prosecuzione di sé, del nome, del patrimonio.

Si sorride anche, forse perché c’è l’incontro prezioso con la purezza che, in molti, si è smarrita nel tempo. Si sorride, in sostanza, perché c’è qualcosa di nuovo. Purtroppo, quando cresce un bambino, non solo tante volte si affermano, senza più ipocrisia, l’egoismo e lo strapotere dei genitori, ma quel bimbo può diventare oggetto di abuso, di violenza, di persecuzione, di trascuratezza da parte di tanti.

Invece, ogni adulto dovrebbe essere genitore responsabile di tutti i bambini che incontra ogni giorno. Noi adulti dovremmo immaginare i minori come i nostri cuori itineranti, come mi piace dire. Cuori pulsanti che viaggiano alla scoperta della vita, forti dei diritti della personalità, cioè il diritto alla libertà, all’onore, all’identità; sempre protetti da noi nel diritto alla salute e nel rispetto del loro specifico interesse.

Nella giornata internazionale dell’infanzia soffermiamoci, dunque, tutti, a pensare se consideriamo i nostri figli, i nostri nipoti e qualsiasi bambino del mondo, un giocattolo, un oggetto da proteggere oppure una persona da rispettare per onorare quella responsabilità che il codice assegna a noi adulti.

Per amare e rispettare i bambini, dobbiamo, come diceva Maria Montessori, aiutarli a fare da soli. Tutto. Questo nostro impegno, se c’è, riempie di senso e sentimenti la giornata per l’infanzia.”

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