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Buonasanità
Elicottero precipitato: eroi e martiri del 118, ora siete angeli per davvero
Non c'è pace....ancora sei morti per il martoriato Abruzzo! 
 
Verrebbe spontaneo pensare a una nuova devastante scossa di terremoto, a una nevicata senza precedenti o a un'altra slavina assassina....ma nulla di tutto questo.
 
Nella tarda mattinata di ieri un elicottero del 118, con a bordo un equipaggio di cinque persone, tra cui due soccorritori dell'Hotel Rigopiano, si alzava in volo su un campo da sci nei pressi del Gran Sasso, tra l'Aquila e Campo Felice, per soccorrere uno sciatore che aveva riportato la frattura di una gamba.
Vittime del terribile schianto il pilota e il copilota, un operatore del soccorso alpino, un infermiere, un medico rianimatore e lo sciatore ferito.
 
Probabilmente a causa della fitta nebbia, ma non si esclude un guasto tecnico, l'elicottero è precipitato in fase di recupero del ferito da un altezza di 600 metri in un canalone impervio raggiungibile solo con gli sci e i gatti delle nevi.
 
Già....soccorritori che per ironia della sorte hanno dovuto soccorrere increduli ed attoniti i loro simili che, come angeli nel loro ultimo volo, non hanno però portato a termine la loro missione!
 
Ovviamente immane il dolore della grande famiglia dei soccorsi alla tragica notizia.
 
Colleghi già tanto provati da lunghi giorni di duro lavoro che non meritavano anche questo triste epilogo!
 
Perché nell'immaginario collettivo non è pensabile che i soccorritori, considerati eroi invincibili, possano morire proprio nell'espletamento di quello che più che un dovere è una missione, tanto impegnativa quanto umanamente elevata e gratificante.
 
Ed ecco che di tanta fatica ed entusiasmo, in un gelido canalone di montagna, avvolti dalla silenziosa neve che esprime un dolore assordante, restano soltanto i rottami e i corpi dilaniati di chi nel proprio lavoro ci ha creduto fino all'ultimo, fino a pagare con la propria vita!
 
Un pensiero particolare va ovviamente allo sciatore ferito che, pur prontamente soccorso, non è mai arrivato in ospedale.
 
Un lutto nel lutto....in una catastrofe che pare non avere fine!
 
Una tragedia dal dolore così profondo da non aver la forza ne' la voglia di far polemica, perché almeno in questo caso ci sono tutti i segni di un macabro gioco del destino, difficile da prevedere e prevenire.
 
Perché gli operatori del 118, col coraggio che li contraddistingue, accettano consapevolmente i rischi di un lavoro non scevro di complessità!
 
Perché talvolta il silenzio deve sostituirsi alle inutili parole che non alleviano il dolore....quello di parenti e conoscenti, ma consentitemi ancor più quello intimo e sommesso dei compagni di tante missioni che hanno assistito impotenti ed attoniti alla fine tragica ed inspiegabile di quei loro colleghi che per lavoro e per amore avevano messo in conto anche di morire!
 
Eroi e martiri del 118, questa volta non ce l'avete fatta....ma ora siete angeli per davvero!
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