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Buonasanità
L'emergenza neve e gli "angeli" del 118

E alla fine la tanto annunciata "bufera della Befana" ha investito i paesi del Centro Sud, con temperature gelide ampiamente sotto lo zero anche in pianura e sulle coste.
Quel manto bianco che ha purtroppo interessato anche le già martoriate zone terremotate.
A tal proposito, incessante ed encomiabile il lavoro di tutti gli operatori dell'emergenza, con un occhio particolare ai colleghi del 118 in contatto continuo con le prefetture per il coordinamento degli interventi e le contromisure da adottare.
Uomini e donne "di rosso vestiti" in abiti non sempre comodi che per amore e per scelta non temono nessuna condizione avversa, gelo compreso e che, con il coraggio che li contraddistingue, affrontano le situazioni più estreme raggiungendo pazienti in luoghi sperduti e, come in questo caso, isolati dalla neve!
Qualcuno potrebbe obiettare che scegliendo questo lavoro anche le emergenze più estreme sono previste, ma l'entusiasmo no....
Quello, garantisco, è un'altra cosa che in tanti di noi si rinnova con lo stesso vigore della prima volta, sfidando situazioni estreme come il rischio di una strada ghiacciata da percorrere con l'ambulanza nel più breve tempo possibile perché si tratta di emergenze e non di passeggiate panoramiche.
Ogni minuto ed ogni istante guadagnato è un alleato valido per salvare una vita, spesso a costo di mettere a repentaglio la propria, contravvenendo spesso al principio del protocollo 118 secondo il quale prerogativa indispensabile è la "sicurezza della scena" (prima di intervenire assicurarsi che la scena dell'intervento sia sicura per i componenti dell'equipaggio).
Tuttavia, nonostante la non comune dedizione al lavoro, avversità e maltempo spesso condizionano l'efficienza dei soccorsi.
Significativa a tal proposito la notizia riportata in data  08/01/2017 dalla Gazzetta del Mezzogiorno riguardante il soccorso effettuato a Ginosa (in provincia di Taranto) ad una donna cardiopatica di 73 anni portatrice di un defibrillatore che, scaricando continuamente, rischiava di causare alla stessa un arresto cardiaco.
La chiamata di soccorso in codice rosso giungeva alla centrale operativa nella mezzanotte tra venerdì e sabato scorsi, ma per le avverse condizioni delle strade ghiacciate, la paziente raggiungeva l'ospedale Santissima Annunziata di Taranto soltanto alle dieci del mattino.
L'episodio costituisce l'emblema di una situazione di estrema difficoltà in cui la rete dei soccorsi ha dovuto fare i conti con l'impraticabilità delle strade colpite dalla tempesta di neve, nonostante questa fosse stata annunciata da giorni.
Il Direttore del 118 di Taranto Mario Balzanelli, che ha coordinato i soccorsi nella notte, ha denunciato in prima persona l'assoluta inefficacia e impreparazione da parte degli enti locali nel mettere in atto le misure necessarie (spargimento di sale e mezzi spalaneve) ad evitare l'impraticabilità assoluta delle principali vie di comunicazione.
Indescrivibile il muro di neve e la lastra di ghiaccio affrontate nella notte dall'ambulanza e dall'equipaggio sulla statale 106 su cui non si riusciva a procedere oltre i 10 chilometri orari, fino ad arrivare a piedi verso le cinque del mattino all'abitazione della paziente ubicata in un'angusta stradina del centro storico.
Dunque ansia di non arrivare in tempo nonostante l'indiscutibile impegno, freddo polare, umana stanchezza fisica dopo tante ore di lavoro notturno gli elementi che hanno fatto da cornice ad un evento condotto a buon fine perché la paziente è stata trasportata in ospedale stabilizzata e fortunatamente salva!
Per cui ancora una volta che dire?....GRAZIE "ANGELI DEL 118"!

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