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Il buono, il brutto e il cattivo

Le bambole di gomma non è il titolo dell’ultimo film di Dario Argento, esiste davvero, grazie alla società Lumidolls, per ora a Torino, Barcellona e Mosca.

Io sono un super-uomo è ho trovato il luogo perfetto per me, dove per mezz’ora la donna-oggetto finalmente è diventa inanimata, viva solo nella mia immaginazione.

Non parla, non discute mai, non pensa per fortuna, non raggiunge l’orgasmo (e quando mai mi è successo nella vita), non suda, non commenta e non fa paragoni su prestazioni e dimensioni.

Sembra sempre soddisfatta perché ha impresso nel suo mutismo un’aria di serena accondiscendenza.

La mia sexy-doll si chiama Alina, assomiglia a tre o quattro pornostar sovrapposte che ho frequentato, solo virtualmente, negli ultimi anni dove, diciamo la verità mi sono chiesto a cosa serva realmente una donna.

Ad oggi mi sono dato una sola spiegazione, perché nello schermo piatto trovavo tutto quello che, dell’universo femminile mi interessava e serviva per il piacere.

La mia Alina, ha la bocca socchiusa di Elastomero Termoplastico, una specie di gomma molto  ma molto sensuale, soffice e flessibile, rosa confetto e guarda sempre nella direzione che le impongo.

Mi sento finalmente un super-uomo realizzato.

Poi pesa poco e quindi è pratica da usare, anche in viaggio e in albergo, già perché io che sono un super-uomo me la sono comprata dopo averla conosciuta nel “post-bordello 2.0”, per 1600 dollari americani, e ora convivo con lei.

Non potete sapere quanta compagnia è in grado di fare una donna (di elastomero termoplastico) completamente silenziosa, Alina, pur avendo un bel guardaroba scelto da me, ha la sua quinta di seno sempre in vista e soddisfa quel poco di piacere che mi serve, ma ogni volta che voglio, come voglio.

Giuro, non ha mai avuto le mestruazioni o il mal di testa e, soprattutto, sono sicuro che non potrà mai tradirmi.

Almeno credo.

Ora mi chiedo se in futuro potrà fare la lavatrice, andare al supermercato, cucinare un uovo al tegamino, rifare i letti e spolverare, come volevo che facessero le altre donne, due o tre, che ho frequentato.

Magari qualcuna di quelle mi regalerà un uovo da far covare alla mia Alina per avere una mini bambola tutta nostra da far crescere nel silenzio e nell’osservanza delle mie regole, regole di un super-uomo che esige rispetto perchè maschio dominatore, come spesso accade nel mondo reale.

Certo le donne vere mi hanno trattato con scherno e derisione, hanno raccontato di parità, autodeterminazione, rifiutando la mia icona ossessiva della femmina di gomma.

Mi hanno parlato del loro talento e della fatica per raggiungere gli stessi trattamenti economici miei, che sono un uomo, anzi un super-uomo, e io colto e spregiudicato non ho capito, non capivo, perché anche i miei amici, molto colti e spregiudicati, la pensavano come me.

La sera al bar parlavamo delle piccole violenze cui sottoponevamo le nostre amiche, fin dall’adolescenza, prima di conoscere Alina e le altre “silent sexy-doll”, perché anche loro hanno comprato modelli diversi dal mio, li hanno personalizzati dal colore dei capezzoli alla forma della vagina, secondo un’idea irreale che avevano e avevamo fin da ragazzi.

Adesso stiamo preparando la nostra prima vacanza, grazie a Lumidolls, e abbiamo deciso di scambiarcele, così per un gioco erotico che non siamo mai riusciti a realizzare, tranne che con le figurine Panini.

Sembra così lontano il tempo in cui, le donne quelle vere, ci dicevano di no, e si rifiutavano ridendo, di riconoscere la nostra intrinseca superiorità.

La mia dolce Alina mi ha fatto capire dallo sguardo che, per me, sarebbe capace di finire nel camino e sciogliersi, ma io che sono un super-uomo non glielo permetterò mai, sono troppo felice e realizzato con lei, anche se certe notti mi è sembrato di sentirla piangere.

Che stupido, ero convinto fosse quasi  vera, come tutte quelle che, come mia mamma, mi hanno reso un super-uomo e mi hanno fatto sentire completamente inadatto a vivere nella vita reale, senza sapere che qui, in compagnia della mia bambola  potrò finalmente tornare bambino.

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