Notre Dame teatro del pensiero superfluo. Tutti esperti d'arte improvvisati
Notre Dame, per la tragedia una reazione democratica, populista in rete. Tutti a dire tutto sul nulla che si conosce. Il web è un teatro di pensieri scombinati
Notre Dame, la metafora del fuoco e dell'acqua
Sembrava impossibile eppure anche per la tragedia parigina che ha visto soccombere dentro le fiamme colpevoli dell’imperizia, il simbolo stesso del paese, abbiamo assistito ad un caleidoscopico susseguirsi, di ipotesi giudizi spericolati, considerazioni tecniche, da parte di tutti, completamente digiuni della materia di cui si discuteva.
“La cattedrale è finta”, ”no in parte è vera”, è stata costruita nel dodicesimo secolo, no è un falso storico progettato da Viollet le Duc, e quindi le guglie, i fregi, i rosoni, le gargoyle, Victor Hugo e Quasimodo, ci mancava Cocciante e il musical e avremmo raggiunto la perfezione della retorica democratica e populista: tutti a dire tutto sul nulla che si conosce.
Il giudizio del popolo non ha niente di negativo salvo il fatto che determina reazioni scombinate, contro-deduzioni, affermazioni insignificanti da Bignami, riassuntini da Wikipedia, vero dramma mai indagato della cultura pop contemporanea.
E poi il giudizio, e la sua facoltà si spostano sullo scivoloso terreno delle simbologie, sempre al limite tra l’esegesi ontologica delle identità nazionali ed europee, e la fregnaccia minuta da dare in pasto ai boccaloni della rete.
Dunque l’Occidente che brucia, il Cristianesimo in crisi, la morte della cultura europea, la precarietà umana, e la rinascita del miracolato Monsieur President, occhio ai musulmani e agli operai nichilisti sul ponteggio.
Impazza l’album della famiglia facebook, dove è iniziata la gara classica tra foto d’epoca, gite con i compagni delle medie, fidanzamenti e adultéri, fermati dalla bellezza condivisa dell’esserci, del voler dichiarare che quella cosa lì, Notre Dame, anche noi l’avevamo vista.
Da noi naturalmente alcuni candidati al Nobel per la Letteratura hanno pensato bene di associare il fuoco con l’acqua dei naufragi mediterranei e dunque l’Europa non brucia ma annega ,ed è la perfetta metafora dell’inutilità di ogni commento sui giornali e sulle reti magiche: fumo associato ad altro fumo.
Famosi e ignoti pensano di poter dire, devono dire, devono raccontare qualsiasi fatto raccontando esclusivamente di se, della propria capacità analitica (quando è segnalata) e di quanto intelligente è il nuovo editoriale.
Povera Europa, se mai è esistita, che non riesce neppure a trovare un idem sentire su una cattedrale o sulla Nona di Beethoven, e anche Picasso è da revisionare, una bella immagine tra miliardari mediatici magnanimi ed elezioni svogliate,sempre in attesa di un miracolo politico o culturale, cui non crede più nessuno, neppure l’Abate di Notre Dame de Paris.
Commenti