Matteo è diventato, finalmente, Salvini: ora è pronto per il plebiscito
Tanto tuonò che piovve. Erano mesi che il nostro nervosissimo Leaderissimo aspettava il casus belli, per potersi rimettere alla “coscienza degli Italiani”, tralasciando le viscide procedure della politica degli accordi, delle mediazioni e dei compromessi.
Ora il dado è tratto ma per la prima volta nel dopoguerra, il Capo chiede di votare per Lui, per avere la possibilità di cambiare il paese a sua immagine e somiglianza, mentre i comprimari parlano di centrodestra, scissioni e accordicchi francamente improponibili.
In effetti nel linguaggio del capo c’è una chiarezza di obiettivi che lascia stupefatti, e forse non è da escludere che il paese, ”quella parte”di paese, possa consegnarsi all’uomo forte e per molto tempo.
Che l’ultimatum sia stato lanciato sotto la torre littoria di Sabaudia sarà casuale, ma non è casuale la trasformazione linguistica del Capo che, possiamo immaginare una volta avuta la maggioranza in parlamento potrebbe, ipotizzo, potrebbe svelare il suo “vero” progetto, senza il fastidioso rumoreggiare degli inutili alleati.
Cosa vuole fare veramente Salvini? Non è il Duce di un nuovo fascismo mediatico ma molte delle procedure coniugano nella contemporaneità l’atteggiamento “balconista” di Mussolini, e ha capito che era giunta l’ora per sfruttare la debolezza disarmante di idee e di strategie di tutti i suoi avversari.
Avversari?
Queste elezioni saranno diverse, dure, forse violente, radicalizzate: ”chi non è con me,è contro di me”, ma in ballo c’è una visione di Stato che potrebbe cambiare, e in prima battuta rispetto all’Euro, e all’Europa.
Eppure la Chiesa, forse gli industriali, la finanza, non riescono ad avere buoni rapporti col nuovo Demiurgo, che “se ne frega” perché parla alla pancia dell’estetista di Orio al Serio, al magut di Bernareggio e al bancario frustrato di Grosotto, ma quell’immensa provincia che è l’Italia lo ha scelto, incoronato “Re della Normalità”da Marsala a Vipiteno, ed è solo l’inizio della marcia trionfale.
Dove arriverà è difficile dirlo, ma lo sconcerto con cui il mondo politico lo guarda, che sta diventando seria preoccupazione la dice lunga, e come se a parte Matteo, gli altri da Conte in giù fossero spettatori imbalsamati, pronti ad applaudire uno spettacolo teatrale che si trasforma ogni giorno in un pezzo della realtà condivisa.
La Nuova Italia di Salvini sarà un paese semplificato, elementare: bianchi/neri, maschi/femmine, Poveri/ricchi, Noi/Loro, pronto per esprimere il cattivo gusto che troppo spesso ci ha relegato a convivere con le nostre insopportabili anomalie
L’8 agosto duemiladiciannove sarà ricordato come il giorno in cui il Capo ha deciso che le Istituzioni sono un fastidioso intralcio al fare, e con una veloce mossa di kung-fu ha mandato al tappeto tutti gli spaventati comprimari, destinati all’evaporazione elettorale.
In un attimo tutti hanno visto chi comanda davvero, e Matteo, finalmente Premier potrà raccontarci la vera storia d’Italia che aveva in testa, ma che ancora non avevamo capito, perché la politica non serve a nulla, ma questo Lui, lo ha capito benissimo.
Buona campagna elettorale a tutti
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