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Il buono, il brutto e il cattivo
Minniti-Zingaretti,o Kojak-Montalbano, la sfida con Jago-Renzi alla porta
LaPresse

In questo periodo,dopo la scarica di pugni presi sul ring della politica italiana i mini-protagonisti della sinistra,più sinistra che mai ci fanno tenerezza. E’ tutta una sequenza di salamelecchi reciproci,di karaoke improbabili,di “prego si accomodi”,ma di idee e di programmi nemmeno un sussurro,nell’orgia assonnata e troppo lunga delle Primarie.

Fare le primarie è il trionfo dell’anti-politica,dell’indecisione che si rivolge non alle urne ma all’Urna,dove il Po-po-lo sceglie,ma non decide,seleziona ma tanto non conta,come sempre,nulla.

Minniti,lo sceriffo mal sopportato dalle Anime Belle,tutte purezza e raccolta differenziata, probabilmente vincerà,ma sarà un altro Sala:che c’entra con l’Idea? e Zingaretti,pacioccone caciarone arranca,lui che è veramente de sinistra,un compagno “communista cossì”.

Altri visi scarni,emaciati,nervosissimi,alla Martina,per intenderci,arrancano nell’inutilità di questa ennesima piece teatrale,sempre meno interessante,e con una fuga scomposta di spettatori,già dal primo tempo.

Dove va la sinistra? in Tivvù direi,riesumando l’insopportabile birignao della Dandini e delle Ragazze(del ’99,ormai),tra vignettisti livorosi,e scenette riciclate,tra tavoli rotondi che si auto- sostengono,”in Italia esiste il fascismo?ovviamente si,perché non ci siamo noi,ma a un passo dal baratro,la politica-scrittrice sarda Mugia Michela,scrive un testo per misurare il nostro gradiente di antidemocraticità.

L’Espresso lo paragona ad Adorno,che è come considerare Pupo un epigono colto di Luciano Berio,ma tutto fa brodo,e nei territori mediatici occupati dalla Banda Ovunque del Sol dell’Avvenirr,si discute sulla futura Resistenza.

La Murgia ha lo stesso potere di impressionare l’opinione pubblica del dibattito sulle primarie, è un banchetto per raccogliere le firme contro la caccia, un incontro alla CGIL di Brindisi sul job act, o le veementi minacce senili di nonno Monti Mario,il becchino dell’economia italiana.

Non se ne esce,bisogna denunciare gli abusi di questi signori,e Zingaretti-Minniti combattono contro la loro stessa spocchia che è ormai l’unica cifra caratteristica della Sinistra Italiota,è un antidoto che non serve più,perché non esiste quel popolo che li votava,e dunque sono rimasti solo quelli che li usavano,e bene,quei voti,per occupare ogni ganglio della società (Università, Centri Studi, RAI-MEDIASET,Società Partecipate). Dunque per vincere non possono rinunciare alla presunzione che li ha generati,e sostenuti nella dittatura consolidata, in cinquanta anni di spartizioni e di compromessi storici e antistorici.

Murgia è Zingaretti, MInniti è Augias,e solo questo possono essere,mentre Matteo-Jago è finalmente quasi il neo-Silvio,che era riuscito a fare una politica fascista sotto le insegne dell’ultimo PD conosciuto.

Al confronto Di Maio e Salvini sono come ladri di polli rispetto a El Chapo,il capo dei Narcos,come Saviano che si atteggia a Nabokov,ma forse tutti,candidati e miracolati, cominciano a percepire la fine imminente,la loro retorica inutilità,non saranno mai in grado di rappresentare gli ultimi perché li hanno sempre disprezzati,e nel caso della scrittrice sarda lei si distingue per disprezzare chiunque.

I due gemelli diversi zinga-minni,sono annegati nel loro linguaggio desueto e incomprensibile, tra i rottami dell’immensa festa dell’Unità in cui volevano trasformare il paese, ma solo per poterci giocare,per poter manifestare rispetto al popolo-bue la loro assoluta superiorità, rovine e rovine, don Camillo e Peppone, la working class che ambiva al trilocale semi-centrale, troppo, troppo distante dall’attico nei centri di tutte le città d’Italia dove governavano. La Sinistra Banchiera della Milano dei danée.

Ma il problema sono le primarie, un videogioco superato che i bambini-elettori non amano più,ma questo passa il convento, e così si prende tempo per cercare uno straccio di idea in un mare di confusione, di sigle, di ex Presidenti del Senato, della Camera, del partito e di Banca Etruria.

Cari contendenti delle primarie, continuate a fare quello che sapete fare benissimo, manifestate la vostra superiorità culturale, sociale, umana, date fondo alla vostra capacità di fingere, al disgusto verso gli squallidi ominidi al governo, le elezioni si avvicinano e anche le lacrime, ma non serviranno a far rinsavire gli stolti.

Chi è padrone della verità non conosce l’autocritica, perciò tutti ai banchetti e con due euro a testa si può costruire il futuro del paese,ma sempre verso quel passato che mai più tornerà e zumpa zumpapà.

Auguri Zinga,auguri Minni.

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