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Il buono, il brutto e il cattivo
Montagne russe. La politica adrenalinica nell’era dell’incertezza stabilizzata

 

Non si può certo dire che la politica contemporanea non riservi continui colpi di scena,salti della quaglia,cambi di rotta e di alleanze,come mai la straordinaria instabilità italiana ci aveva abituato.

Il secondo decennio del terzo millennio inizia con la completa aleatorietà e intercambiabilità di gruppi-bande e leader.

Il governo double-face degli ultimi mesi si è distinto per instabilità,litigiosità e assenza di sentimenti comuni,un coacervo di posizioni incompatibili che hanno richiesto e richiedono continui aggiustamenti,limature degli elementi più spigolosi,insomma l’inverso di quella che dovrebbe essere la visione strategica moderna e coesa.

Oltre alla “lotta continua”si evidenziano le esigenze di piccoli leader di costruirsi un partito personale sul “modello Arcore”,basta il quattro,il cinque per cento per destabilizzare,creare tensione,insomma passare all’incasso delle rendite di posizione,e in tutto questo cresce la voglia dell’Uomo forte,l’unto del Signore che risolva col pugno di ferro ogni rissa.

Il paese oscilla e balla sul vulcano, tra bombe innescate a Taranto o in volo,tra viadotti pericolosi e ricorsi, e fantasiose riforme della giustizia,mettendo a dura prova la gigantesca e millenaria capacità di sopportazione del Paese.

Col Natale alle porte,e le irrinunciabili vacanze sulla neve,gli italiani guardano con sempre minor interesse il reality politico in onda ogni giorno,e forse toccare il fondo non è altro che un’ulteriore prova di inaffidabilità ,di quelle che un tempo si chiamavano istituzioni,Sergio Mattarella escluso.

Drammatico ma anche ridicolo è l’atteggiamento stabilizzato della mancanza di certezze che è diventato un marchio di fabbrica,e il tutti contro tutti non sembra reale , ma un gioco di ruolo cui anche i bambini non credono fino in fondo.

Importante è galleggiare tra finanziamenti più o meno leciti,e minacce di micro-scissioni, trenta o quaranta partiti sono lo spettro della perdita di credibilità, e la forsennata ricerca dell’Uomo Nuovo, continuiamo a odiarci con sempre maggiore e raffinata cattiveria.

La tattica altalenante modifica ogni minuto l’obiettivo finale, Conte o non Conte ormai interessa poco, ci saranno altri , nella immarcescibile commedia all’italiana che si è sovrapposta al paese reale,ogni male sembra una finzione,e dopo il botto finale come un grande attore il paese si rialzerà.Almeno spero.

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