Ratzinger, silenzio molto rumoroso. L’ingombrante presenza di un Papa anomalo
oggi che parla in maniera spericolata della nascita delle libertà sessuali, di ’68 riscuote apprezzamenti e critiche, dentro e fuori la Chiesa
Hanno scritto di Lui, milioni di pagine e non mi accoderò alla pletora degli esegeti, ma questa figura di Pontefice Emerito, anomala e unica, che a 92 anni compiuti continua ad essere scomodo ci affascina, umanamente.
Per quello che dice e per quello che non dice, a prescindere dagli argomenti di dottrina teologica o di nuovi e vecchi comportamenti nella Chiesa.
Benedetto XVI è sostanzialmente un intellettuale a tutto tondo capace di parlare e di glossare i Vangeli ma anche di analizzare l’opera musicale dell’amato Beethoven; filosofia, arte, storia sono la compagnia preferita nella sua lunga vita di studioso, interrotta dalla chiamata al Soglio Pontificio, accettata quasi con rammarico,con esasperata umiltà.
Dunque anche oggi che parla in maniera spericolata della nascita delle libertà sessuali, di ’68 e soprattutto della piaga biblica della pedofilia, riscuote apprezzamenti, modesti, dentro e fuori la chiesa e critiche, dentro e fuori la Chiesa.
Per molti fedeli, e per tantissimi commentatori è lui e non il folkloristico successore,la vera autorità morale della Chiesa di Roma,anche se raramente sia mai esistito un Papa più criticato, ma nel convento vaticano dove conduce la sua frugale esistenza i rumori, le urla scomposte della mediocrità analitica contemporanea, arrivano molto attenuate.
L’argomento su cui ha lanciato il suo anatema gentile,è il più spigoloso e preoccupante dell’intera vicenda della Chiesa, escluso lo IOR di Marcinkus, e tra distinguo, diplomatiche invettive, e ”non sapevamo che il problema fosse così grave”, l’Emerito ha colpito con un’analisi corposa e troppo impegnativa per i deboli commentatori dei giornaloni,e gli indignati a gettone.
Per tutti quello che è stato è stato,nessuna revisione storica,niente potrà essere modificato e nessuno si deve permetter,neppure un Papa di discutere di alcune invenzioni politiche e sociali del secondo dopoguerra,esprimere magari un’opinione eccentrica,comunque in grado di aprire una discussione.
Ora basta, tornerà al suo amato Silenzio,nell’attesa di far giungere qualche altro elemento di riflessione sociale e culturale che non faccia discutere(non ne siamo più capaci)ma semplicemente per mettere in discussione i dogmi più difficili da abbattere quelli del pregiudizio.
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