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Il buono, il brutto e il cattivo
Repubblica? Club Privé di Eletti. Ormai è il salotto della nonna


Diciamo la verità non è mai stato veramente un quotidiano, piuttosto un club Privé di Eletti, di Ubermensch capaci di dettare il verbo apparentemente al popolo “ddesinistra”, ma in effetti dedito ad una circolarità autoreferenziale cui si accedeva solo per cooptazione, dove le dissonanze non erano contemplate per volere del Dio Editore.

La Repubblica ha sempre cercato di spiegare un paese che coincideva con pochi, ma contava moltissimo; governi, ministri e parlamentari sempre in coda per vere accesso al brand delle Pagine Miracolose, capaci di creare miti istantanei e robustamente finanziabili, e in grado di guardare con distaccato snobismo ai fatti concreti del Reality Italy.

Dai manifesti né con lo Stato né con le Br, al intruppamento bulimico delle grandi firme, l’Eugenio prima e gli adepti poi, hanno sempre cercato di farci capire che: ”niente è giusto, vero e soprattutto cool se non lo dice Repubblica”, che già fa impressione come titolo di un giornale, sia pure di grande successo ma nato meno di cinquanta anni fa.

L’Eugenio Direttor, lascia il posto di conducator della redazione per trasferirsi direttamente nel suo paradiso di omelie domenicali dove, traccia la linea, ma non si accorge che le truppe sono in fuga, e i suoi generali faranno peggio, riducendo la portaerei di De Benedetti ( e di chi se no?) al rango di un barchino da diporto, incapace di affrontare i flutti del mare aperto della notizia,non finalizzata alla fidelizzazione degli iscritti-lettori.

Mauro e Calabresi arrancano dove il vate già annaspava, ma sanno di poter parlare ad un gruppo di fedelissimi, come giapponesi nella giungla, perché la guerra non finisce mai e di nemici, in questo paese comico, possono trovarne ancora molti.

Certo si fa molta fatica da via Po a sparare bordate sempre meno veementi contro l’ennesimo Avversario Brutto e Cattivo, oppure se volete Nazista e Analfabeta (e forse meridionale?), incapace di frequentare i ruderi delle terrazze dei Parioli, e perfino mr.Been-Renzi,era stato bollato come nemico poiché frequentatore di Istituti Tecnici della Provincia di Firenze.

Non se ne esce e Repubblica, la Repubblica diventa sempre di più un Vernacoliere colto, da leggere come un quotidiano umoristico, sempre meno umoristico, vintage, come il salotto della nonna, che frequentiamo con tenerezza ma pronti ad andare a cercarci fuori le occasioni per capire che il Paese è altro e altrove,e sempre di più lo sarà.Anche senza i Consigli Interessati de La Repubblica.

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