Ricordare senza cambiare sensibilità?Niente potrà assolverci da responsabilità
La giornata della memoria
Tra disperati che dormono sui ponti di navi che non possono attraccare in un porto europeo sicuro, e minacce di morte indifferenziate a ministri e con la sempre più appassionata attività capillare dell’esercito degli odiatori tastieristi trasversali, si apre e si chiude la Giornata della Memoria. Simbolo più alto dell’orrore scientifico assurto a volontà diabolica, ma ricorrente nella storia di voler annientare fisicamente, non solo politicamente e socialmente un intero popolo.
Questa ricorrenza non retorica si inserisce in un momento storico brutale e cinico, alterato, teso, con paesi e continenti che contrappongono idee, visioni e pezzi di nazionalismi incrociati, nel trionfo di veti e contro-veti su qualsiasi richiesta di condivisione dei principi, alla solidarietà, al ritorno di un’umanità di pensiero e di azione. Di distinguo si può anche morire.
Il mondo è molto malato e l’espressione della sua politica ne è la diretta conseguenza, piccoli olocausti vengono rimossi, come venne ignorato il Grande Olocausto del secolo scorso, che non può e non deve diventare solo argomento di discussione storiografica ma monito alla capacità inarrestabile dell’uomo di esercitare il male.
Cambia la soglia della nostra sopportazione, si sgozza e si uccide con facilità,l ’esplosione o l’attentato sono dati come una fatalità prevedibile, quasi che la cattiveria diffusa fosse ineluttabile, necessaria alla contemporaneità che non riesce più a leggerne le motivazioni. Non è solo la reiterata banalità del male ma l’acquiescenza all’orrore che rendono accettabile il dolore diffuso che osserviamo quotidianamente senza sapere come arginarlo.
”Questo mondo è possibile? Possiamo accettare questo mondo?”, scrive Beethoven sulla partitura del suo ultimo quartetto. Lo abbiamo già fatto, non ci siamo posti il limite, abbiamo accettato Auschwitz che è riprodotto per parti in ogni istante, e in tutti gli angoli del mondo visibile ma digitale, ricordare senza cambiare la nostra sensibilità al male non potrà assolverci dalle nostre responsabilità, di ieri e di oggi.
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