Saviano, il martire santo mancato: icona multimediale, non intellettuale
Il martire napoletano, onnipresente e mediatico, la deriva di Roberto Saviano, Santo mancato e icona pleonastica di questi tempi confusi
Avrei voluto evitare di parlarne perché amo la letteratura,e Lui,il Martire Triste si è sempre autoproclamato protagonista delle belle lettere italiane,dopo anni e anni di distratta frequentazione dei suoi scritti mi chiedo perché.
Senza alcuna volontà polemica,Saviano Roberto non ci piace da nessun punto di vista,più icona multimediale che intellettuale,superstar televisiva più che ricercatore. Intermediatore culturale e grande utilizzatore di Wikipedia,scrive a gettone sullo scibile umano,non lesinando consigli su come battere,finalmente, la Camorra,governare Napoli e lo Stato,e perfino sul Jazz e Michel Petrucciani in una molto discutibile tiritera dall’amico di chetempochefa’(molto nuvoloso,purtroppo).
Tratta i narcos come figurine da film Nexflix,e la sceneggiatura di Gomorra,come marketing : film,serie,magliette e gadget vari che lo ha reso famoso e molto ricco. Grazie alla genialità di Matteo Garrone che ha trasformato uno dei testi più insignificanti degli ultimi cento anni in un meraviglioso film,e alle spericolate minacce delle cosche,il nostro Saviano è diventato il nuovo Unto del Signore,l’ennesimo mistero buffo italiota Non ama nessuno tranne i suoi sodali,ogni governo a parte quello immaginato nei suoi indigesti editoriali,è fascista,col suo look hollywoodiano studiato al millimetro dai suoi comunicatori,comunica la sua sofferenza di genio compreso ma forse non troppo stimato.
La Camorra è la sua ossessione,quasi al pari dalle comparsate in tv dove pretende di fare approfondimento su argomenti presi dall’ultima edizione del Bignami,e perde,e ha perso. Il suo nuovo programma di beatificazione,su La Nove TV, è stato visto da una decina di adepti,irriducibili idolatri della sua Immagine Sacra,dell’Eroe con troppe macchie e molte paure.
Saviano può continuare a fare quello che gli pare, scrivere o prendere spunto da altri scritti per tutta la vita,ma non avrà mai la levatura di coscienza morale e critica del paese,quella c’è già stata ed è stata uccisa a bastonate sul lungomare di Ostia,troppo tempo fa.
Ogni epoca ha i martiri che si merita e ci auguriamo di leggere presto un testo così efficace da parte del Nostro,da farci cambiare idea,per scusarci del sospetto che questo letterato ha fatto dei suoi guai il suo autocompiacimento utilitaristico,quasi come un disabile o diversamente abile come vuole la retorica, usa il suo handicap,la sua “diversità” per suscitare o compassione o interesse.
Il nostro Incompreso sta infilando una serie di impressionanti flop,a partire dal dimenticabile Zero,Zero,Zero,che ha creato grossi problemi al suo editore-vestale Feltrinelli per l’enorme invenduto da smaltire, alla manifestazione contro Salvini,fatta con dieci suoi amici,e dulcis in fundo The King of Crime che,come dicevamo, hanno visto solo a casa della sua famiglia.
Roberto Saviano è l’ennesima volgare imitazione che questo paese ha prodotto in molti campi culturali e che col sostegno di comunicatori interessati e abili truccatori ha imposto come maestro-icona,ma è solo lo specchio del vuoto che non si riesce a colmare,una figura virtuale che pontifica su argomenti di cui ignora l’essenza,incapace di andare a fondo,perché a quel punto si potrebbe scoprire l’ansia pleonastica del suo scrivere,e del suo agire.
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