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Il buono, il brutto e il cattivo
Zingaretti, il segretario triste. Nel Pd tribù pronte alla mattanza. E Renzi..
LaPresse

Zingaretti ha lo sguardo triste di chi non vuole ammettere di avere i giorni, i minuti contati, perché oltre al naufragio che ormai sembra impossibile evitare, si nota nel suo volto una stanchezza foriera di un probabile prossimo, ennesimo abbandono.

Il PD, o quello che rimane del PD, aldilà delle tenute, dei crolli, è un organismo in decomposizione, stremato non solo dalle sconfitte ma dagli scontri tribali che impediscono a chiunque un’ipotesi unitaria di rilancio.

Il Segretario Triste governa questo turbine di posizioni, incolla fazioni, incontra annoiati capi-bastone sempre pronti a fare accordi con altri, mentre sulla mediateca nazionale imperversano i finti leader giurando fedeltà, armonia e voglia di rivincita.

Di fatto Zingaretti non rappresenta nessuno, perché ci pare che il vero padrone del Partito sia ancora Renzi, silente sul caso Lotti e apparentemente interessato ad altro, soprattutto al dopo, e col suo cinismo si gode l’affondamento pronto a ribadire: ”che vi dicevo? il leader sono io e voi non siete un c…o”.

In Italia si avverte l’assenza di un’opposizione valida,a parte quella interna alla compagine di governo,ed è come se i mali sanati a fatica negli ultimi decenni da Mani Pulite venissero fuori,tutti e contemporaneamente.

Non è solo la magistratura su cui Il Segretario è stato zitto, per evitare quelle scoppole che sono arrivate puntualmente al primo accenno al sodale del Super-segretario Fiorentino, qualcuno gli ha ricordato appunto che lui è un contabile, un passacarte, una faccia buona da mostrare, ma che lasci lavorare chi ha sempre lavorato per la spartizione cinica di ogni forma di potere.

Povero Berlinguer, e povero primato dell’onestà del vecchio PCI, ormai le falle non si possono più sanare,perché il bello deve ancora cominciare,tra i detti e non detti,le minacce e gli accenni ad attività oscure,le Tribù si stanno organizzando per la mattanza finale,caro Zingaretti.

Peggio di lui solo Calenda che da modesto grillo parlante offre lezioni di morale a basso costo ad uditori sempre più sguarniti, e mentre continua a fare i capricci da pariolino, qualcuno ha cominciato a staccare l’alimentazione forzata di questo malato terminale.

Come finirà? Mi pare ovvio, qualche grande o piccola scissione, ancora perdite, fino all’atomizzazione, ricorderemo il Segretario Zingaretti come il primo segretario del nulla, artefice della trasformazione di un partito in una semplice memoria. Una prece.

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