Consob: la nomina spetta a Conte, esca dal cul de sac. I mercati hanno fretta
In caso di ulteriori rinvii sulla nomina della presidenza dell'authority, il prestigio e la credibilità del capo del governo rischiano una pesante ammaccatura
Cinquestelle e Lega hanno conquistato il governo, ma non il potere. Sono entrati nella stanza dei bottoni, ma evidentemente non hanno trovato i bottoni. Poichè i bottoni del potere reale, si sa, non sono a Palazzo Chigi, dove dovrebbero trovarsi, ma sparsi in molti altri palazzi, noti e meno noti, pubblici o nascosti e segreti. La riprova sta nel caso Consob, l’Autorità di vigilanza sulla borsa, priva di presidente (dimissionario) da settembre.
Cinquestelle e Lega hanno concordemente indicato per quella delicatissima poltrona Marcello Minenna, un economista dal curriculum professionale e culturale eccellente e di provata indipendenza, peraltro interno alla Consob, di cui è da anni membro autorevole. Eppure, nonostante la prevedibile convergenza della maggioranza del Parlamento sul suo nome attraverso i due partiti che compongono l’alleanza di governo, la nomina non si fa.
Minenna, no tu no. Ma perché’? Perché no..., come diceva una canzone di Enzo Jannacci. Affari ha spiegato, mai smentito, che alla nomina è stata opposta la resistenza del presidente della Repubblica Mattarella, che considera Minenna troppo vicino ai grillini essendo stato per qualche settimana assessore al Bilancio di Virginia Raggi a Roma.

E’ un’ingerenza, poichè la nomina non spetta all’inquilino del Colle, che deve solo apporre la sua firma alla designazione del capo del governo. E tuttavia in Italia queste anomalie ci stanno. Ma se Di Maio e Salvini, preso atto delle riserve del Colle, hanno tuttavia riproposto e rilanciato il nome di Minenna, che si fa? Restiamo così, al muro contro muro e alla paralisi, in un momento così delicato per i mercati e in particolare per la difficile congiuntura che attraversa il mondo bancario, a partire da Carige e Popolare di Bari (per non dire del solito Mps)?
La palla al premier Conte, cui spetta dunque la nomina. Proceda secondo le indicazioni dei suoi mandatari Salvini e Di Maio oppure dica chiaramente che intende assecondare i voleri del Presidente della Repubblica e nomini un altro. Quello che non può accadere è che il premier resti in fondo al cui de sac, avallando questa imbarazzante paralisi e questo vuoto di potere. I mercati non possono attendere. E, in caso di ulteriori rinvii, il prestigio e la credibilità del capo del governo rischiano una pesante ammaccatura.
Commenti