Diciotti, fu una scelta di governo. Bisogna dire no al processo a Salvini
I Cinquestelle politicamente non possono che dire no al processo a Salvini, trattandosi di una scelta politica compiuta e concertata da tutto il governo
Fonti del Movimento Cinquestelle ci informano che Luigi Di Maio incontrerà stasera i senatori del Movimento Cinquestelle appartenenti alla Giunta delle elezioni, “anche alla luce del cambio di posizione assunto dal Ministro Salvini”.
Come è noto, il ministro dell’Interno, a caldo, all’indomani della richiesta di autorizzazione a procedere giunta dal tribunale dei ministri siculo, aveva annunciato l’intenzione di farsi processare per il caso Diciotti. Oggi invece ha rettificato la sua posizione, con la lettera al Corriere della Sera, annunciando la propria opposizione alla richiesta dei magistrati.
Naturale che a questo punto anche i Cinquestelle, all’inizio intenzionati a votare sì anche per assecondare le intenzioni di Salvini, debbano rivedere la loro posizione.
Bene dunque fa il leader Di Maio a prendere atto del cambio di rotta dell’alleato e a riunire i suoi parlamentari della giunta delle immunità, per modificare la posizione del Movimento.
Anche se c’è da attendersi il fuoco a palle incatenate delle opposizioni e del clero politico-giornalistico embedded, nonché del solito fuoco amico di qualche minoranza interna in cerca di facile visibilità sui giornaloni, i Cinquestelle politicamente non possono che dire no al processo a Salvini, trattandosi non di reati privati e comuni quelli contestati al vicepremier, ma di una scelta politica compiuta e concertata da tutto il governo e segnatamente dal premier, dai due vicepremier e dai ministri competenti dell’Interno e dei Trasporti.
E il no probabile dei Cinquestelle segnerà un punto a favore della tenuta dell’alleanza di governo tra Lega e Cinquestelle, impegnati, con una collaborazione-competizione non facile, alla realizzazione del contratto di governo sottoscritto la scorsa primavera, dopo il voto a sorpresa del 4 marzo e dopo la nascita del governo del Cambiamento.
A dispetto di chi nel Palazzo era pronto a festeggiare intonando il de profundis.
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