Mattarella invita tutti al senso civico e alla responsabilità
Con l’aria che tira a Roma nei palazzi della politica, tra spifferi e correnti tutt’altro che beneaugurali per la stabilità di governo, non era facile per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dire qualcosa di sensato e di non banale nel tradizionale sermone di fine anno. E soprattutto qualcosa di nuovo, a parte l’ambientazione.
In questo 2019 è successo di tutto, in politica. L’anno scorso c’era il governo Conte 1, con Luigi di Maio e Matteo Salvini, usciti vincenti dal voto, vicepremier. E la priorità fu la sicurezza.
Quest’anno, dopo la crisi del Papeete di agosto, la destra di Salvini se n'è andata all’opposizione e al suo posto a fianco dei grillini, rimastI al governo guidato dallo stesso premier Giuseppe Conte, è tornata al potere la sinistra di Pd, Renzi e Leu, che era stata sconfitta alle elezioni. Una macedonia che corre tutti i giorni il rischio di impazzire.
Mattarella non è entrato nel merito delle accese dispute politiche in corso. Anzi, se n'è tenuto rigorosamente alla larga. Ma i suoi richiami alla necessità di sviluppare la cultura della responsabilità, alle buone pratiche, al senso civico, alla fiducia, all’Italia silenziosa che si dà da fare, all’autentico spirito repubblicano, all’altruismo e al senso del dovere, contengono una sorta di pedagogia, una piattaforma etica e un implicito ma chiaro messaggio politico alla vigilia di una verifica di governo che non promette nulla di buono: niente strappi, niente avventure, i partiti non scherzino con il fuoco perché non si possono cambiare gli equilibri come cambiano le stagioni.
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