Caro Di Battista, la aspettiamo, ma lasci la battaglia in Sud America
La politica come forma più alta dell’esistenza si afferma senza scontro
Alessandro Di Battista (detto Dibba), ex deputato dei 5 Stelle e personaggio di primo piano del Movimento fondato da Beppe Grillo, dice dal Sud America che a dicembre tornerà in Italia: “Non so che cosa succederà… Non pensavo mi mancasse così tanto la battaglia”.
La Lega e il suo leader Matteo Salvini sembra siano preoccupati perché qualora Di Battista tornasse, potrebbe, anche alla luce delle elezioni Europee di maggio 2019, optare per temi ancor più massimalisti di quelli propri dei 5 Stelle-partito di Governo, spingendo il leader Luigi Di Maio al alzare anch’egli il tiro per non farsi scavalcare da Di Battista e rendendo così impraticabile e incongruente col contesto finanziario e politico (vincoli Ue) l’azione di Governo, che non può essere una monade (forse intendeva questo Beppe Grillo, quando ha parlato alla festa dei 5 Stelle di autismo, suscitando l’irritazione delle famiglie che hanno un figlio autistico e vivono un’indicibile sofferenza).
Per tornare a Di Battista, ciò che sorprende è l’idea di battaglia, di politica come scontro, quando la politica dovrebbe essere la forma più alta dell’esistenza, delle idee dei migliori (aristocratici nel senso etimologico del termine: migliori per merito) che si affermano in modo giusto e naturale.
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